Diffusero foto di una ragazza nuda. Quattro giovani finiti a processo. Una condanna e tre assoluzioni

Imputati per diffamazione a mezzo social, ancora non c’era il revenge porn. Giovane pagherà quattromila euro

Diffusero foto di una ragazza nuda. Quattro giovani finiti a processo. Una condanna e tre assoluzioni

Diffusero foto di una ragazza nuda. Quattro giovani finiti a processo. Una condanna e tre assoluzioni

FERRARA

La foto la ritraeva completamente nuda, unica parte del corpo che non era mostrata nello scatto rubato, la testa. Ma quei tatuaggi che aveva in varie parti, erano inconfondibili. E lei, la vittima di quello che oggi sarebbe stato revenge porn, ma che all’epoca, era marzo del 2019, non esisteva ancora, decide di sporgere querela contro ignoti. Era stata avvisata da un amico cui era arrivata per i vari ’giri’ dei social l’immagine della giovane, immortalata senza la possibilità di vedere la testa, ma con ben evidenti altre parti del corpo. Da qui la decisione della giovane di presentare un esposto, che in quel momento era contro ignoti. Le successive indagini della polizia postale (foto d’archivio), hanno permesso di ricostruire la catena degli invii, ma soprattutto capire chi era stato il primo a far uscire dalla sfera privata, quell’immagine così intima. Sospetti che fin da subito si sono concentrati su chi aveva avuto nella disponibilità il telefonino della vittima, dove era stata salvata la foto. Lei pare lo avesse consegnato a un conoscente perché lo portasse a riparare. Qui sono iniziati i primi sospetti. Che poi hanno trovato conferma nel corso della indagini quando è effettivamente stata ricostruita la catena dei passaggi che aveva portato la foto del suo corpo nudo ad essere diffusa via Facebook e anche tramite il canale Whatsapp. Dal primo che essendone venuto in possesso, l’ha poi diffusa ad altri contatti, fino a quando l’immagine non è stata intercettata dall’amico della vittima. Al termine delle indagini, quattro uomini, tutti vicini ai trent’anni, sono finiti a processo.

Nel corso dellaprecedente udienza era stata la stessa protagonista dell’accaduto a raccontare davanti al giudice dell’udienza preliminare il proprio calvario e la propria vergogna quando ha scoperto che qualcuno aveva ‘rubato’ e diffuso un frammento della sua intimità facendolo circolare nel mare magnum dei social.

La foto risaliva a qualche anno prima e aveva iniziato a girare dopo che la donna aveva affidato il proprio cellulare a un conoscente per farlo riparare.

Ieri pomeriggio, il giudice Carlo Negri, ascoltate le richieste dell’accusa e delle difese, ha sentenziato l’assoluzione per tre dei quattro imputati, condannandone solo uno, cioè colui che è stato ritenuto il primo della catena di invio, colui che ha diffuso sui canali social l’immagine rubata alla ragazza. É stato condannato a pagare la pena pecuniaria di quattromila euro.

Cristina Rufini