NICOLA BIANCHI
Cronaca

Dodici anni dopo il sisma: "Chiese, edifici e campanili. Ridata la vita a 35 strutture. Ma resta tanto lavoro"

Il punto con Don Stefano Zanella, responsabile dell’ufficio tecnico della Diocesi "Spesi fin qui oltre 15 milioni di euro, abbiamo altre 14 opere ancora in cantiere" .

Dodici anni dopo il sisma: "Chiese, edifici e campanili. Ridata la vita a 35 strutture. Ma resta tanto lavoro"

Dodici anni dopo il sisma: "Chiese, edifici e campanili. Ridata la vita a 35 strutture. Ma resta tanto lavoro"

Possibile che a quasi 12 anni dal terremoto (20 e 29 maggio 2012 le scosse), che in pochi secondi si è portato via esistenze, storia e un pizzico di futuro, la ricostruzione dei luoghi di culto non sia ancora terminata? Che non si trovino aziende, che le gare d’appalto vadano deserte o che in molti casi si sia ancora in attesa di pareri di Regione e Sovrintendenza? Ebbene sì. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti: da Ferrara a larga parte della provincia. Dal Duomo a Santa Maria in Vado, fino alle chiese di Sant’Egidio, Saletta e Tamara solo per citarne alcune. "Di lavoro ne è stato fatto – spiega don Stefano Zanella, ingegnere, responsabile dell’Ufficio tecnico-amministrativo della Diocesi – ma tanto è ancora da fare. Uno dei grossi inghippi è che l’Ufficio tecnico lavora solamente con i fondi della Regione e gli stessi sono legati alle tempistiche burocratiche di approvazione delle opere di ricostruzione". Un esempio è dato dalla chiesa di Cona dove da mesi il parere di viale Aldo Moro, sede del palazzo del governatore dell’Emilia Romagna, è pronto ma resta in sospeso in attesa di quello della Sovrintendenza. E i motivi dei ritardi sono gli stessi che troviamo in ogni settore del Belpaese: poco personale, gente in ferie, urgenze dell’ultimo minuto, eventi drammatici dell’ultima ora – l’alluvione, le grandinate o le trombe d’aria recenti – che ragionevolmente passano davanti a tutto. E così il terremoto ha smesso di essere un’urgenza. Dunque, a che punto siamo? L’ecografia dell’intera mappa dei luoghi di culto, parla al momento di 35 edifici (chiese, campanili e il Palazzo arcivescovile) già realizzati per una spesa complessiva di 15.035.825 euro.

CITTÀ E HINTERLAND

In cima alla lista troviamo la Cattedrale, ormai pronta a riaprire al culto, con 2.412.278 euro di lavori svolti (I stralcio). "Completati – spiega Don Zanella – gli interventi di consolidamento degli otto pilastri, nella navata sinistra sarà ancora presente un’area di cantiere in attesa della autorizzazioni per il rifacimento dei pilastri minori. Manca un progetto per sistemare l’abside e il narcete oltre che alla navata della Madonna delle Grazie". Circa 2 milioni invece sono stati spesi per il Palazzo arcivescovile, 1.7 milioni per la sistemazione della chiesa parrocchiale di San Benedetto Abate mentre 1.3 per Santo Spirito. Passando all’hinterland, 522mila euro sono stati utilizzati per la chiesa di San Bartolomeo – ora pure alle prese con infiltrazioni di acqua per le rotture provocate dalla grandinata dell’estate scorsa –, 288mila per chiesa e campanile di Gaibanella, 139mila per l’edificio dedicato alla Natività di Cassana, 175mila per Cocomaro di Focomorto e la chiesa di San Nicolò.

LAVORI IN CORSO

Sono invece 14 gli edifici tuttora in fase di lavorazione dove spiccano i tre milioni a bilancio per la chiesa di Porotto, i 2.2 del convento (ex chiostro) di Santa Maria in Vado, i 2.1 milioni per la chiesa di San Giovanni Battista con il campanile di Denore e l’1.6 milioni per la sistemazione di Sant’Antonio Abate di via Cavedone. Seguono le chiese di Mizzana, Madonna Boschi, Gaibana, Stellata e Vigarano Mainarda, oltre alla scuola materna di Porotto, San Gregorio in via Cammello e San Giuliano in piazza Repubblica. "Il termine? – chiude Don Zanella – tra la fine del 2024 e l’inizio del prossimo anno".