"Dolore per la partenza dei Frati francescani"

Caro Carlino,

scrivo da semplice parrocchiano di Santo Spirito per condividere un duplice stato d’animo in questo momento di radicale cambiamento per la nostra comunità parrocchiale, con la chiusura del convento francescano e il passaggio della chiesa sotto l’amministrazione diocesana. Il primo sentimento è di una commossa e inesprimibile gratitudine per quanto i Frati Francescani dell’Immacolata hanno fatto per la comunità dal 2010 a oggi. Anni segnati da momenti difficilissimi - due su tutti, il terremoto con la lunga inagibilità della chiesa, e la tempesta covid - nei quali i frati hanno letteralmente preso per mano la parrocchia, riuscendo a trasmettere anche nelle ore più buie pace e speranza. Ma anche anni segnati da momenti stupendi, con il rifiorire delle attività parrocchiali, specie giovanili, dopo decenni di progressivo abbandono, la storica riapertura della Chiesa di San Giovanni Battista, un impulso senza precedenti alle attività caritative, eventi culturali di alto livello, fino alla riapertura di Santo Spirito a maggio dello scorso anno. Non ultimo, una chiesa aperta ogni giorno dalle 5.30 del mattino alle 20. Per tutto questo non potremo mai ringraziare abbastanza padre Massimiliano, padre Paolo, padre Felice e prima di loro padre Stefano e padre Immacolato, unitamente a tutti i frati che si sono turnati in dodici anni. Al tempo stesso però, mi è impossibile non manifestare un profondissimo dolore per questo allontanamento da Ferrara dei frati. Non solo perché un legame di oltre sette secoli fra Santo Spirito e la famiglia francescana viene ad interrompersi. Non solo per tutte le attività avviate e fatte rifiorire in questi anni (che certamente il successore don Francesco Viali, cui va tutto il nostro caloroso e amichevole benvenuto, sarà comunque in grado di far prosperare con il generoso supporto di tutta la comunità parrocchiale). Non solo per i rapporti personali intensi costruiti in questi anni. Ma anche e soprattutto per il venire meno di un carisma di spiritualità e preghiera, legato al culto eucaristico, a quello mariano e dei Santi, così originale e, purtroppo, così affievolito nella Chiesa odierna rispetto all’epoca del pontificato di Giovanni Paolo II. Giustamente oggi si tende a ripetere con grande enfasi quanto la diversità rappresenti una ricchezza. Con la diversità in meno di questa comunità di religiosi, mi risulta purtroppo inevitabile la constatazione che Ferrara d’ora innanzi sarà una città più povera.

Francesco Buttino