Ferrara, la consigliera Elisabetta Soriani rapinata in casa. Notte da incubo, il racconto

Due banditi armati l'hanno sorpresa nel sonno. "Avevo paura per mia madre. Ci siamo salvate uscendo dalla finestra"

La casa in cui è avvenuta la rapina

La casa in cui è avvenuta la rapina

Ferrara, 8 aprile 2019 - «È stata una bruttissima esperienza. Ora mi auguro che, a fronte di una vicenda personale difficile, non ci siano strumentalizzazioni. Vorrei che prevalesse la sensibilità umana». Elisabetta Soriani, avvocato e consigliere comunale del Pd, raccoglie le idee dopo una notte trascorsa insieme alla madre 71enne in balia di due rapinatori armati nella loro casa di via Coronella.

Avvocato Soriani, innanzitutto come state?

«Non sono stati bei momenti e abbiamo avuto paura. Ero molto preoccupata per mia mamma».

Cosa è accaduto esattamente nella notte tra venerdì e sabato?

«Due malviventi incappucciati e armati si sono introdotti in casa nostra».

Voi dove eravate?

«Io stavo dormendo mentre mia madre era in bagno. I rapinatori l’hanno trovata lì».

Lei quando si è accorta dell’intrusione?

«Ho sentito trambusto e mi sono svegliata all’improvviso. In camera c’era una persona che mi puntava contro la pistola. Un istante dopo è entrata mia madre, seguita dall’altro uomo incappucciato».

Vi hanno parlato?

«Ci hanno detto di stare zitte e calme. Se avessimo ubbidito non ci sarebbe successo nulla».

E così è iniziato l’incubo.

«Esatto. Uno è rimasto in camera con noi mentre l’altro è uscito e ha rovistato ovunque».

Cosa hanno portato via?

«Hanno buttato tutto all’aria. Ancora non abbiamo avuto modo di controllare bene. Sicuramente una borsetta, il mio cellulare e un portafoglio coi contanti».

Ma non era finita, giusto?

«Giusto. Dopo ci hanno chiuse a chiave nella camera da letto».

Siete state minacciate?

«Sì. Ci hanno detto che se avessimo urlato loro sarebbero stati lì sotto e avrebbero sentito».

Come vi siete comportate?

«Siamo rimaste dentro senza chiamare aiuto. Dopo un po’, quando non ho più sentito rumori, ho scavalcato la finestra della camera e, attraverso un terrazzino, ho raggiunto la porta finestra della stanza a fianco...».

... e finalmente ha dato l’allarme. Un gesto coraggioso.

«Ho raggiunto un telefono con cui ho chiamato mia sorella che, a sua volta, ha allertato i soccorsi. Poi ho ripercorso la strada a ritroso. Avevo paura a scendere. Temevo fossero ancora in zona».

Quanto è durato il tutto?

«Mezzora, forse un’ora. Difficile dirlo. Quando si è in un brutto momento il tempo si dilata».

Voi avete dei cani. Hanno abbaiato alla vista dei ladri?

«Sì, ma in campagna succede spesso che abbaino. Non ci si fa molto caso. Poi sospetto che gli abbiano dato qualcosa: la mattina dopo erano intontiti».

C’è già qualche sospetto?

«La polizia, che ringraziamo, è arrivata subito. Gli agenti sono rimasti con noi tutta la notte e gli uomini della Scientifica hanno fatto i rilievi. Ora c’è un’indagine in corso e la vicenda andrà trattata nelle sedi opportune».

Siete tornate a casa dopo i fatti?

«Non ce la sentivamo. Stanotte (ieri, ndr) abbiamo preferito dormire altrove».