Ferrara, pistola in faccia alla consigliera Pd Soriani mentre dorme

Paura in via Coronella: due incappucciati e armati di pistola hanno fatto irruzione nella casa in cui vivono una consigliera comunale e la madre

INDAGINI La polizia  (archivio)

INDAGINI La polizia (archivio)

Ferrara, 7 aprile 2019 - L’incubo scivola in casa nel cuore della notte e assume le sembianze di due uomini incappucciati e armati di pistola. E riporta a galla i fantasmi dell’estate del 2015, quella degli assalti in villa della banda di Norbert Feher, alias Igor il russo. Il terrore di essere svegliate nel cuore della notte e di trovarsi in balia di una coppia di malviventi senza scrupoli è marchiato a fuoco nelle menti e nei cuori di Elisabetta Soriani, 50 anni, avvocato e consigliere comunale del Pd e della madre, 71 anni. Le due donne sono state rapinate nella notte tra ieri e venerdì nella loro abitazione di campagna di via Coronella, alle porte della città da banditi che, prima di andarsene, le hanno rinchiuse in uno sgabuzzino.

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Ma facciamo un passo indietro. La sabbia nella clessidra della paura inizia a scorrere intorno alle 2.30. Due banditi vestiti di scuro e col volto coperto entrano nell’abitazione in cui vivono le due donne e le sorprendono nel sonno. Uno di loro ha una pistola (da chiarire se vera o giocattolo). Sotto la minaccia dell’arma, madre e figlia rimangono immobili. I banditi iniziano a rovistare ovunque, alla ricerca di qualcosa di prezioso. In pochi lunghissimi minuti mettono insieme un portafoglio, una borsetta e un cellulare. Per loro è sufficiente così e sono pronti ad andarsene. Ma vogliono essere sicuri di aver un margine per farsi nebbia.

Così chiudono le due donne in uno sgabuzzino. I banditi fuggono e le vittime rimangono pietrificate nello stanzino. Dopo un po’, Soriani prende coraggio e cerca di aprire la porta. Riesce a liberarsi e, finalmente, a dare l’allarme chiedendo aiuto ai vicini di casa. La prima chiamata arriva alla centrale operativa dei carabinieri ma delle indagini, per competenza territoriale, se ne occupa la polizia di Stato. In via Coronella arriva una volante. Gli agenti si assicurano delle condizioni delle vittime (sono scosse ma illese: i banditi non le hanno toccate) e poi iniziano a raccogliere le loro testimonianze. Sul prato trovano subito borsetta e portafoglio, abbandonati dopo essere stati svuotati. Elisabetta e la mamma raccontano l’accaduto e parlano di due uomini vestiti di scuro e presumibilmente dell’Est Europa. Dettagli inquietanti, che rievocano spettri del passato mentre albeggia al termine di una nottata che le malcapitate non dimenticheranno tanto facilmente.