Gian Pietro Testa morto, addio al giornalista di Ferrara che si occupò delle stragi

Note le sue inchieste su piazza Fontana e sulla strage di Bologna, ma pubblicò anche molti libri di narrativa e poesia

Addio a Gian Pietro Testa

Addio a Gian Pietro Testa

Ferrara, 8 gennaio 2023 – Cordoglio in città, in particolare nel mondo della politica, della cultura e del giornalismo, per la scomparsa di Gian Pietro Testa. Aveva 86 anni. Giornalista di grande qualità, a lungo aveva esercitato la professione presso testate nazionali come l’Unità, il Giorno e Paese Sera occupandosi soprattutto - erano gli “anni di piombo” – delle tante stragi che insanguinavano l’Italia, fra queste Piazza Fontana (dicembre 1969) per la quale effettuò inchieste importanti e approfondite. Altrettanto fece in occasione della strage di Bologna del 1980. Era dunque un cronista autentico, a tutto tondo, pronto all’indagine, “mai contento”, con le suole delle scarpe sempre consumate, preciso.

Per queste sue riconosciute qualità l’Associazione stampa Ferrara gli conferì, nel 2017, il “Premio alla carriera" nel corso di una indimenticata cerimonia pubblica che si svolse nella sala del Consiglio comunale; nell’occasione la famiglia Sgarbi ricevette il “Premio Stampa”.

Ma Testa si spese anche per la categoria ricoprendo in più occasioni l’incarico di consigliere regionale dell’Ordine e specificamente di segretario e poi di tesoriere. Al termine dell'attività giornalistica aveva anche insegnato alla Scuola di giornalismo di Bologna e al Carid del nostro ateneo: una lunga, professionale e apprezzata testimonianza di ciò che significa questo mestiere. Dal 1985 al 1992 è stato capo ufficio stampa del Comune di Ferrara e direttore del mensile "Ferrara”.

Le opere e il legame con Ferrara

Profondamente legato alla città, Gian Pietro era aperto, sorridente e disponibile. Molti i libri che ha pubblicato, un mix di narrativa, poesia e naturalmente indagine giornalistica. Fra questi, per Einaudi, La strage di Peteano, libro inchiesta sull'attentato di matrice di estrema destra avvenuto nel 1972 in cui persero la vita tre carabinieri. Alla tragedia del 2 Agosto 1980 alla stazione di Bologna dedicò invece “Antologia per una Strage”, raccolta di 84 poesie, una per ogni vittima, uscita per Zanichelli e ripubblicata da Minerva. Sempre sulla strage di Bologna ha scritto “Terrorismo: la strategia che viene dall'alto”, a cura dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna.

Tra i romanzi si ricordano “Il linciaggio" (edizioni Liberty House, 1988), “Don Rodrigo o la rivoluzione fallita” (Di Renzo, 2003), il pamphlet “Lettera semiseria di un comunista al signor Dio Ill.mo” (T. Editore, 2004).

Pochi mesi fa la scomparsa della moglie, la scrittrice Elettra. Gian Pietro lascia il figlio Enrico, anch’egli giornalista, caporedattore centrale di Raisport.