"Il sisma non ha fermato il nostro lavoro"

Il sindaco Accorsi dieci anni dopo: "A Cento il campo di accoglienza più grande della Regione". Bonaccini: "Qui ricostruzione e crescita"

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di Claudia Fortini

"Abbiamo deciso di tornare qui, in quello che dieci anni fa è stato il più grande campo di accoglienza dell’Emilia Romagna. Ha accolto 660 persone. Abbiamo vissuto i momenti più gravi e più difficili. Ci ricorda il dolore di essere stati strappati alle nostre vite ma anche la grande solidarietà che ci ha unito all’Italia". Con queste parole ieri mattina, il sindaco Edoardo Accorsi, ha accolto al percorso vita di via Santa Liberata a Cento, cittadini, associazioni, famiglie, autorità. Di fronte agli alpini schierati, alle divise gialle della protezione civile, alla croce rossa, agli scout e al mondo del volontariato, Cento, tra la commozione e la forza delle mani che hanno saputo stringersi per aiutare e ricostruire, ha ricordato il terremoto del 20 e 29 maggio 2012. "Sono attimi fermi e chiari che troveranno sempre spazio nella nostra memoria, come una fotografia che si ferma – ha aggiunto – . Ci stringiamo in un abbraccio che esprime vicinanza alla famiglia di Sandra Gherardi, colpita il 29 maggio da un oggetto caduto dal tetto e che purtroppo non ce l’ha fatta". Ringraziamenti alle forze dell’ordine, ai volontari, alle associazioni, agli imprenditori coraggiosi che non hanno perso un attimo poi le cifre: 332 cantieri privati conclusi, 4 nuove scuole costruite di cui una donata dall’associazione nazionale Alpini, 110 milioni di euro investiti nella ricostruzione, 15 milioni per gli edifici storici. "Ci siamo rialzati ma resta ancora qualcosa da fare – ha aggiunto Accorsi – . Sono i nostri beni storici più preziosi che devono essere ricostruiti. La biblioteca di palazzo Scarselli, l’ufficio del registro, palazzo municipale, la Pinacoteca il cui cantiere è partito e che abbiamo visitato questa mattina con il presidente della Regione Stefano Bonaccini, il nostro amato teatro. Non è facile ma il lavoro da fare non ci spaventa. Ci metteremo tutto il nostro impegno". "Ci ritroviamo fieri di quello che abbiamo fatto – ha detto il sindaco di Bologna Matteo Lepore – . Dobbiamo ricordare chi non c’è più, chi ha visto crollare la sua casa, chi ha avuto paura di perdere il lavoro. Questi sentimenti dobbiamo portarceli nel futuro, per un ricambio generazionale che sappia dare speranza e futuro alle cose che ci fanno stare insieme". "Abbiamo ricevuto un gran bene – ha sottolineato il presidente della Regione Stefano Bonaccini – e soprattutto possiamo dire che ancora una volta qui vivono persone operose che si lamentano poco e che anche nelle tragedie, dopo un minuto, si mettono a lavorare e ricostruire. Casa, scuola, lavoro sono state alla base delle nostre scelte – ha aggiunto – di 45 mila sfollati non ce stata una sola persona che abbia trascorso l’inverno in tenda e un solo studente che da subito, abbia perso una sola ora di lezione. In una terra che da sola produce il 2% dell’intero Pil nazionale, qui oggi c’è più lavoro di prima. Il 31 dicembre non chiederò più lo stato di emergenza. Dobbiamo ringraziare i governi che si sono succeduti, perché ci hanno dato tutti quello che abbiamo chiesto. E non abbiamo mai chiesto un euro in più. Per dieci anni ho incontrato ogni mesi tutti i sindaci. Un lavoro di squadra. Insieme. Per ricostruire e crescere". In onore e memoria di Sandra Gherardi è stata inaugurata in via Provenzali la targa, benedetta da don Paolo Marabini parroco di San Biagio. "Vi ringrazio – ha detto commossa la sorella Angela – le ultime parole che mi ha detto mia sorella sono state ‘chiamami se hai bisogno ‘. E lei anche oggi è qui con noi".