"Informai il Vaticano ma il caso non interessò"

Prete arrestato per abusi, il vescovo di Piazza Armerina in un’intercettazione: "L’ho tolto dalla parrocchia. Ho mandato tutto alla Segreteria di Stato"

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di Federico Malavasi

È fissato per lunedì a Enna l’interrogatorio di don Giuseppe Rugolo, il sacerdote siciliano quarantenne arrestato l’altro ieri per di violenza sessuale e atti sessuali su minori. Il religioso, ora ai domiciliari al seminario di via Fabbri, è accusato di aver abusato di tre minorenni mentre ricopriva il ruolo di collaboratore canonico ed educatore dell’Azione Cattolica in provincia di Enna. I fatti si sarebbero verificati sia quando era ancora seminarista che dopo essere stato ordinato sacerdote. A giorni, quindi, don Giuseppe potrà fornire al giudice la propria versione dei fatti. "Spiegheremo la nostra posizione – è il commento dell’avvocato Denis Lovison, difensore del prete insieme al collega catanese Antonio Lizio – e poi faremo il Riesame verso la misura cautelare. Rimaniamo infatti convinti che non sussistano le esigenze cautelari". In attesa dei prossimi passaggi giudiziari, trapelano altri dettagli sul percorso che ha portato all’arresto del sacerdote siciliano, partito dalla denuncia di un giovane che, dieci anni prima, avrebbe subito violenza da Rugolo. Inizialmente, prima di rivolgersi alla polizia, il giovane racconta ad altri sacerdoti quello che stava accadendo. Grazie all’intermediazione di un parroco, prima i genitori e poi la stessa presunta vittima riescono a parlare con il vescovo di Piazza Armerina (diocesi di riferimento di don Giuseppe), Rosario Gisana. Il monsignore avvia così un’indagine "previa", affidandola a due preti del tribunale ecclesiastico di Palermo. L’istruttoria, però, come scrive il gip nell’ordinanza, "non avrebbe dato alcun esito", anche a causa del fatto che alcuni testimoni non hanno risposto alla convocazione. Il passaggio successivo è l’allontanamento di Rugolo. Il sacerdote viene infatti trasferito a Ferrara, ufficialmente per ragioni di studio ma in realtà per sottoporsi a cure e a un percorso psicoterapeutico.

Ma non è tutto. Del caso, a suo tempo, viene informata anche la Santa Sede. A rivelarlo è lo stesso vescovo Gisana, in una telefonata del gennaio 2021 intercettata dagli inquirenti. La chiacchierata arriva all’indomani di una richiesta di informazioni sull’argomento arrivata dalla Congregazione del Clero. Il monsignore parla con un altro prelato illustrando le iniziative adottate nei confronti di don Giuseppe e chiedendo consigli. Spiega di avere informato "la Congregazione della Fede" la quale avrebbe poi rispedito tutto al mittente spiegando che "non interessa perché il giovane è stato... quando era seminarista ha avuto questo abuso con un minore ma quando poi è diventato prete, se c’è stata una continuazione, era maggiorenne il minore...". Insomma, la questione non sarebbe di competenza della Congregazione. Ma Gisana non si ferma. "Per scrupolo – prosegue – ho mandato tutto alla Segreteria di Stato e mi hanno risposto con la stessa dicitura". E ancora: "Io l’ho tolto dalla parrocchia, l’ho mandato in un’altra diocesi dove l’ho sottoposto a un percorso psicologico. Ora come mi devo comportare?". Intanto il caso è approdato anche su ‘Chi l’ha visto’. Ieri sera, durante la trasmissione di Rai3, il capo della Squadra Mobile di Enna, Antonino Ciavola ha rivolto un appello ad eventuali altre vittime.