"La memoria sia un patrimonio condiviso"

Cento, l’appello di Calvano alla celebrazione: "Investiamo nella cultura". Accorsi: "La Resistenza ha restituito dignità al nostro popolo"

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di Enrico Atti

Un 25 aprile nel segno della tragedia in corso in Ucraina, quello celebrato ieri a Cento. Dopo il ritrovo delle autorità in piazza Guercino, accompagnati dalla banda "Giuseppe Verdi" di Cento e la tradizionale messa in suffragio ai Caduti, celebrata da don Paolo Marabini nella Basilica di San Biagio, il corteo è poi proseguito facendo tappa al Monumento ai Caduti e alla lapide di Vittorio Falzoni Gallerani, prima di concludere con gli interventi del sindaco di Cento, Edoardo Accorsi, e dell’sssessore regionale Paolo Calvano. Una mattinata di sole, con una numerosa partecipazione di centesi. "L’Italia deve rendere grazie alla Resistenza e al sacrificio di donne e uomini, che restituirono dignità e rispetto al popolo italiano", apre Accorsi, che menziona anche l’argentano Don Minzoni, tra le prime vittime della violenza fascista nel 1923. "Oggi guardiamo con angoscia all’Ucraina, dove la Russia ha attaccato uno stato sovrano con una feroce guerra, con migliaia di morti tra i civili, nella più totale assenza di rispetto per la vita umana. L’Italia sta mostrando il suo sostegno anche con l’invio di armi, ma dobbiamo continuare a coltivare la pace: la nostra Costituzione contiene l’idea che i conflitti vadano affrontati con il dialogo e la diplomazia" conclude Accorsi, prima di leggere la lettera di Gianni Palmieri, ventitreenne partigiano bolognese, scritta ad un compagno. Parola poi a Calvano. "Nel ‘45 siamo stati liberati da una serie di orrori che pensavamo di non rivedere più, almeno in Europa: oggi invece tutto questo è tornato in Ucraina. Le parole di Mattarella devono essere guida: oggi come allora dobbiamo rifuggire da indifferenza, assuefazione alla rassegnazione, e negazionismo. Le celebrazioni di oggi servono anche a questo." Secondo Calvano fondamentale, quindi, il ruolo della scuola. "La Memoria deve essere un patrimonio condiviso: è nello studio e nella cultura che dobbiamo investire". Chiusura con un augurio di pace, citando Lincoln: "Non c’è nulla di buono nella guerra, eccetto la sua fine".