Falsi vaccini, il medico spiega: "L’ho fatto per il bene dei pazienti"

Uno dei due medici accusati di finte inoculazioni legge un comunicato in aula e risponde al giudice "È stata una scelta deontologica". Rimangono per ora in silenzio Marcella Gennari e la figlia Francesca

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di Cristina Rufini

FERRARA

"L’ho fatto per deontologia, per il bene dei miei pazienti". Non ha esitazioni Chiara Compagno, 52 anni, quando pronuncia questa frase, appena fuori dal palazzo di giustizia, al termine dell’interrogatorio di garanzia. Occhiali da sole scuri, con a fianco due dei suoi tre avvocati, Carlo Bergamasco ed Enrico Ferri, l’altro è Lorenzo Valgimigli, prova prima a non parlare, lasciando che lo facciano i due legali. "Non una scelta ideologica – sottolinea con fermezza l’avvocato Bergamasco – ma una scelta deontologica. E sia chiaro si tratta tutte di scelte fatte in accordo con i pazienti. Per il bene del paziente e sempre in accordo con il paziente". Poco prima lo stesso Bergamasco aveva sottolineato che "la dottoressa Compagno ha risposto a tutte le domande del giudice a tutte le domande con la serenità di chi può rivendicare di avere sempre agito secondo scienza medica e coscienza e sensibilità professionale". Altro non è stato aggiunto, se non che "i processi si fanno in aula". Davanti al giudice, poco prima, Compagno aveva dichiarato gli stessi concetti leggendo un comunicato in cui spiegava in sostanza quanto poi ha dichiarato fuori dal Tribunale, cioè che la sua è stata una "scelta deontolgica" e che il vaccino era il male per i suoi pazienti, ai quali la stessa ha dichiarato "mi dispiace debbano andare da altri medici e che non si preoccupino per me: sono tranquilla".

La "scelta deontologica" di cui ha con serenità parlato la Compagno riguardarebbe l’aver somministrato sieri fasulli anti Covid, così da poter far ottenere il Green pass ai pazienti e quindi poter continuare a lavorare e accedere a tutti i luoghi per cui è necessario ancora oggi averlo, pur non essendosi vaccinati come invece hanno fatto o dovuto fare la stragrande maggioranza. Compagno ha ammesso la maggior parte dei fatti contestati, circa 30, e anche deciso di collaborare in futuro. Magari facendo, i nomi di tutti coloro che sono stati da lei fintamente vaccinati: e qui gli inquirenti invitano tutti a farsi avanti se non vaccinati. A collaborare. Hanno scelto il silenzio, per ora, Marcella Gennari – cui all’ingresso in Tribunale è stato chiesto il Green pass – e la figlia Francesca Ferretti, anche loro accusate di reati che vanno dalla corruzione al peculato, e vari falsi. Per avere somministrato e incassato dai 20 ai 50 euro a dose di un siero fantasma. "E’ una situazione complessa – ha dichiarato il loro avvocato, Carlo Canal – dobbiamo capire e al più presto abbiano convenuto con l’accusa di farci interrogare". Quindi disposte a collaborare per chiarire, soprattutto quanti altri casi oltre i 157 già scoperti dagli investigatori ci sono stati. Tutte e tre hanno pianto in aula.