Luce e riscaldamento, rincari record Unife: maxi bollette da otto milioni

I costi delle forniture schizzati alle stelle richiederanno una variazione di bilancio nel nostro ateneo. Il prorettore Deidda Gagliardo: "Di elettricità, a luglio, pagati 650 mila euro rispetto a 123 mila di norma"

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di Federico Di Bisceglie

La morsa dei rincari colpisce pesantemente anche gli atenei italiani e Unife non fa certo difetto. La stima della commissione di esperti del Ministero, come riportato da il Sole 24 Ore di ieri, parla di rincari che arriverebbero a comportare per gli atenei, nel 2020, il doppio della spesa sostenuta lo scorso anno sul fronte energetico. In termini numerici stiamo parlando una ’bolletta’ da cinquecento milioni (rispetto ai 250 del 2021) a livello nazionale, chiaramente. L’Università di Ferrara, come detto, non è esente da questo aumento spropositato. Sono i numeri a parlare. Se fino al luglio scorso, in virtù di un contratto che ’bloccava’ i prezzi delle forniture legandoli a quelli dell’anno scorso, le bollette per l’energia elettrica pesavano sull’ateneo 123 mila euro al mese, a luglio l’importo è lievitato a oltre 650 mila euro. La stima fatta dall’ateneo è che i maggiori costi, in questo ultimo semestre dell’anno, solo per l’elettricità, peseranno qualcosa come tre milioni e mezzo di euro. Ma non è finita. L’ateneo è allacciato alla rete geotermica. Di norma, la fornitura incide sul bilancio per un milione e novecento mila euro all’anno. Nel 2022, invece, la stima è che il teleriscaldamento arriverà a pesare oltre i quattro milioni e trecentomila euro sul bilancio di Unife. Sommate, le voci di spesa prospettano uno scenario nel quale l’ateneo dovrà ’reggere’ l’onda d’urto di un aumento di spese energetiche vicino agli otto milioni di euro. A fare il punto della situazione è il prorettore al Bilancio, Enrico Deidda Gagliardo. "Fino al 30 giugno scorso – così Deidda Gagliardo – l’energia elettrica, che l’ateneo riceveva a un prezzo fissato da un contratto con i prezzi di mercato del 2021, costava sessanta euro a megawattora. Dal luglio scorso, il prezzo è schizzato a settecento euro a megawattora. In questo modo, chiaramente, i costi da sostenere per l’università sono lievitati vertiginosamente". Il prossimo passo, in ateneo, sarà predisporre una misura economica per far fronte a questi rincari. "Stiamo predisponendo – conferma Gagliardo – una variazione al bilancio dell’ateneo, che verrà discussa prossimamente in sede di riunione degli organi accademici".

Il contesto generale. La stima dei 500 milioni di ’bollette’ per gli atenei è stata elaborata dal tavolo tecnico per lo studio di proposte in tema di risparmio energetico destinate alle istituzione della formazione superiore e agli enti di ricerca, voluto dalla ministra Cristina Messa. Il paper elaborato dagli esperti, come sottolinea anche l’articolo del Sole, non si limita solamente a tracciare le stime dei rincari, ma si sforza di cercare anche qualche soluzione. In primis agendo sulle abitudini di consumo, nel solco del piano elaborato dal ministro alla Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.

Strategie. Alla base delle strategie elaborate dal Mite per gli atenei, ci sarebbe l’auto produzione energetica. Che, attualmente, copre circa il 2% dell’approvvigionamento energetico degli atenei. Anche in questo caso, però, le stime sono di implementare questa formula di approvvigionamento: nel 2025 potrebbe arriva almeno al 5% del fabbisogno energetico complessivo.