Mafia nigeriana, trentuno arresti a Ferrara. Il boss del clan è un dj

In città è stata accertata la centralità della figura di Emmanuel 'Boogie' Okenwa, dj di musica afro beat. Salvini e il sindaco Fabbri: "Congratulazioni alla polizia"

Il questore Capocasa e il dirigente della Mobile Virgili (foto Businesspress)

Il questore Capocasa e il dirigente della Mobile Virgili (foto Businesspress)

Ferrara, 28 ottobre 2020 - Trentuno misure di custodia in carcere sono in corso di esecuzione da parte della squadra mobile di Ferrara, nell'ambito di un'indagine sulla mafia nigeriana coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (DDa) di Bologna. Sono 26 gli indagati per associazione di tipo mafioso. Operazione analoga è in corso in Piemonte.

Delle 31 misure cautellari, al momento  24 sono già  state compiute: 14 in carcere di persinaggi già arrestati per altri reati, 10 in città tra zona Gad e via Monti Perticari e una a Vigarano, la ricerca degli altri 7 ancora in corso  

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Quella partita da Ferrara, denominata 'Signal', nasce a fine luglio 2018 da un tentato omicidio di un giovane appartenente a un gruppo rivale, gli Eiye, aggredito con un machete da cinque connazionali in zona Gad a Ferrara. Dopo gli arresti nel 2019 le indagini sono approdate al pm della Dda Roberto Ceroni, per dimostrare l'esistenza nel Ferrarese della mafia nigeriana 'Supreme Viking Arobaga' collegata al network internazionale.

In questa fase è stata scoperta la suddivisione gerarchica, con direttive impartite dalla Nigeria e associati vincolati al rispetto della segretezza, affiliati con riti tribali, durante riunioni alla presenza dei capizona, tra Brescia e Veneto. A Ferrara è stata accertata la centralità della figura di Emmanuel 'Boogie' Okenwa, dj di musica afro beat, per le province di Ferrara, Padova, Treviso e Venezia, controllando il territorio e dirimendo le numerose diatribe che scoppiavano tra associati di rango medio-inferiore, occupandosi di spedizioni punitive.

Altri personaggi gestivano invece lo spaccio di droga: è emerso un traffico di cocaina, destinata prevalentemente al Veneto, proveniente dalla Francia e dall'Olanda. La droga veniva presa a Parigi ed Amsterdam, grazie all'appoggio di connazionali appartenenti ad una confessione protestante, da squadre di 'corrierì che rientravano in Italia attraverso i valichi del Monte Bianco e del Frejus. In un'occasione è stato intercettato un carico di circa dieci chili. 

Il Gip: "Il gruppo voleva annientare altre comunità"

Il programma criminoso degli Arobaga Vikings "era quello di acquisire il controllo del territorio annientando violentemente o mettendo, comunque, in condizione di non nuocere, altre confraternite nigeriane concorrenziali, per acquisire il monopolio sulle attività criminose di interesse". Lo scrive il Gip di Bologna Gianluca Petragnani Gelosi, nell'ordinanza di custodia cautelare per 31 persone nell'ambito di un'inchiesta sulla mafia nigeriana, con vertici a Ferrara.

L'associazione, prosegue il giudice, "è stata in grado di diffondere nella comunità nigeriana di Ferrara, ma anche in altre città, un comune sentire caratterizzato da una forte soggezione di fronte alla forza intimidatrice e prevaricatrice del gruppo, alla quale ha fatto da sponda, quanto meno, una certa omertà". L'ordinanza ricorda, inoltre, che lo scontro tra le due fazioni criminali, i Vikings e i rivali Eiye veniva combattuto anche a 'suon di denunce', perché una denuncia per uno straniero in Italia può significare l'espulsione, il diniego del rinnovo del permesso di soggiorno e via dicendo.

Salvini: "Complimenti alla magistratura"

"Colpo alla mafia nigeriana tra Torino e Ferrara, alla faccia del Pd che negava il problema e nella città emiliana parlava addirittura di 'percezioni sbagliate' dei cittadini. Complimenti alla Polizia di Stato e alla magistratura per il grande lavoro. Orgoglioso dell'impegno della Lega, che è sempre in prima linea contro le mafie di ogni colore". Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini.

Il sindaco: "Congratulazioni alla polizia"

"Congratulazioni alla polizia, al questore di Ferrara Capocasa, alla Squadra Mobile, al Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine e agli inquirenti per l'importante operazione messa a segno, anche nella nostra città, contro la mafia nigeriana. Grazie a ciascuno dei 200 uomini e donne che hanno collaborato per arrivare al risultato. Da anni segnaliamo il problema della mafia nigeriana ma il sistema politico del Pd, a cui faceva capo la precedente Amministrazione, ha sempre negato, arrivando addirittura ad attaccarci perché abbiamo lanciato l'allarme per tempo. Ora contiamo in espulsioni a raffica: chi ha operato in questo tipo di organizzazioni ed è dedito al crimine non deve tornare nella nostra città".

Così il sindaco di Ferrara Alan Fabbri commenta l'operazione che ha portato a decine di provvedimenti restrittivi tra Torino e Ferrara. "La notizia dell'operazione di queste ore è la risposta migliore a chi, come il Pd ferrarese, negava l'esistenza della mafia nigeriana a Ferrara, derubricando il problema a una questione di 'percezione di insicurezzà - dice il vicesindaco e assessore alla sicurezza Nicola Lodi - Pericolo scampato: al governo della città avremmo potuto continuare ad avere una forza politica, come il Pd ferrarese, che per anni ha negato il problema".

Il questore: "Clan articolato su più province"

"Una complessa, articolata attività investigativa che ha consentito di disarticolare una associazione, per la prima volta riconosciuta come di tipo mafioso in provincia di Ferrara, facente parte del più ampio sodalizio radicato in Nigeria e diffuso in diversi stati europei, tra cui l'Italia, con una sostanziale suddivisione del territorio in province, tra le quali primeggiava indubbiamente Ferrara". Così il questore di Ferrara Cesare Capocasa ha commentato l'operazione 'Signal' che ha portato a 31 misure di custodia cautelare in carcere.

"Controllo fisso-dinamico del territorio, azione espulsiva attraverso rimpatri e accompagnamenti ai Cpr di soggetti considerati destabilizzanti, Polizia Amministrativa e di Sicurezza finalizzata alla chiusura dei locali di riferimento di spacciatori e persone pericolose per l'ordine e la sicurezza pubblica, attività repressiva con investigazioni di alto profilo finalizzate ad individuare e reprimere associazioni a delinquere finalizzate allo spaccio e ad altri reati - ha spiegato il questore -: queste le strategie vincenti per migliorare la qualità della convivenza civile e garantire il vivere ordinato della Comunità".