"Mi portavano al giardino del Grattacielo Qui aspettavo il pusher con la droga"

Processo ‘Wall Street’, il racconto degli agenti sotto copertura: "Erano in due. Uno procurava la sostanza e l’altro prendeva i soldi"

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Passamontagna e cappuccio della felpa per nascondere i volti e nomi in codice per non ‘bruciarsi’. Uc-8 e Uc-9 sono gli pseudonimi di due agenti sotto copertura del Servizio centrale operativo della polizia impiegati nell’inchiesta ‘Wall Street’, che nel 2019 ha messo sotto scacco la rete di spaccio che imperava ai giardini del Grattacielo. L’operazione, lo ricordiamo, culminò con quarantacinque indagati e una ventina di arresti. Diciotto di essi (dopo l’uscita di scena di alcuni protagonisti grazie alla scelta di riti alternativi) sono oggi a giudizio davanti al giudice Giulia Caucci e al pubblico ministero Andrea Maggioni. Il processo è proseguito nella mattinata di ieri con l’audizione dei due agenti sotto copertura.

Testimonianze. I poliziotti dello Sco hanno ripercorso l’attività svolta durante i lunghi mesi di indagini con operatori infiltrati e telecamere nascoste tra gli alberi dei giardini del Grattacielo, un rettangolo verde che, secondo gli inquirenti, era la ‘Wall street’ degli spacciatori nigeriani. I poliziotti hanno confermato quanto già verbalizzato in fase di indagine, raccontando in aula, sempre con i volti nascosti da cappucci e passamontagna, alcuni dettagli riguardanti l’organizzazione dei pusher. In particolare, uno di loro ha ricostruito una tipica compravendita che avveniva nella zona della stazione. Il cliente veniva agganciato dallo spacciatore con la classica domanda: "Hai bisogno di qualcosa?". "Io rispondevo ‘marijuana’ – ricorda il poliziotto –. Lui mi portava all’interno del parco e mi faceva aspettare vicino al tunnel del Grattacielo". Qui l’agente veniva raggiunti da un secondo spacciatore che portava la sostanza proibita. "Si sentivano – prosegue – e poco dopo veniva una seconda persona con la droga richiesta. Sostanza che poi io pagavo al primo soggetto". Al termine delle testimonianze, l’udienza è stata aggiornata al 21 giugno per ascoltare altri testimoni del pubblico ministero.

Mafia nigeriana. Mentre il processo ‘Wall Street’ prosegue nella sua fase dibattimentale, oggi nell’aula bunker della Dozza di Bologna riprende l’udienza preliminare scaturita dall’operazione ‘Signal’, con la quale la polizia di Stato ha decapitato al clan nigeriano degli Arobaga Vikings. Ai 32 imputati viene per la prima volta contestato il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Durante la scorsa udienza, un legale ha sollevato un’eccezione di competenza territoriale relativa ad alcune posizioni sotto inchiesta anche a Torino per fatti analoghi. Una questione alla quale si è associato anche il pubblico ministero. Il giudice Francesca Zavaglia si è invece riservato e la sua decisione è attesa per l’udienza di oggi. È possibile quindi che le posizioni per le quali è stata sollevata l’eccezione escano dal filone emiliano del procedimento. Sciolto questo nodo, prenderà la parola la procura per le proprie conclusioni.

Federico Malavasi