
"Un bravo ragazzo, buono, sempre disponibile nei confronti degli altri", così Giovanni Coatti, zio paterno di Alessandro, descrive il giovane....
"Un bravo ragazzo, buono, sempre disponibile nei confronti degli altri", così Giovanni Coatti, zio paterno di Alessandro, descrive il giovane. Ieri mattina, nella casa a Longastrino in quel vialetto oltre il cancello, gli occhiali scuri, cercava di trattenere le lacrime, forte il dolore.
"Siamo fermi al punto di partenza, saremo fermi finché le indagini lì non saranno finite". La famiglia del ricercatore, madre e padre, è chiusa nel silenzio e nel dolore nella casa di Longastrino. "Non hanno nulla da dire, sono sconvolti per quanto accaduto". Alessandro non tornava spesso "a casa", aveva una carriera internazionale avviata, ma era atteso probabilmente per Pasqua. Quanto alle ipotesi su cosa possa essere accaduto in Colombia "non sappiamo nulla", sottolinea lo zio, "non ne abbiamo idea". La possibilità che Alessandro sia finito nel mirino di gruppi paramilitari del posto per "marcare il territorio" o mandare messaggi "è qualcosa che, appunto come ipotesi, mi è stata riferita da un suo collega. Io non ne so nulla". Quanto alle indagini, al momento nessuno della famiglia pensa di andare in Colombia. Non ci sarebbero elementi sul movente legato al traffico di droga o di criminalità organizzata. Gli inquirenti sono al lavoro sui tabulati telefonici e sugli ultimi movimenti bancari di Coatti. Passate al setaccio anche le telecamere di sicurezza presenti nelle zone del ritrovamento del corpo.