"Niente patologie per Igor, ha sparato per uccidere e fuggire"

Omicidi Fabbri e Verri, la Cassazione spiega la conferma dell’ergastolo

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"È una personalità fredda e calcolatrice e la sua condotta delittuosa fu organizzata e razionale, secondo la prospettiva criminale del rapporto costo-beneficio". E’ la descrizione che i giudici della prima sezione penale della Corte di Cassazione danno di Norbert Feher (foto), alias Igor il Russo, nelle motivazioni della sentenza con cui lo scorso 2 novembre hanno confermato l’ergastolo per l’omicidio di Davide Fabbri, titolare di un bar a Budrio, e della guardia ecologica Valerio Verri, e per il tentato omicidio della guardia provinciale Marco Ravaglia, avvenuti ad aprile 2017 nel ferrarese. ‘

Igor attualmente è detenuto in Spagna dove e’ stato processato per l’omicidio di un allevatore e di due agenti della Guardia Civil uccisi nel dicembre 2017 ad Andorra dopo essere fuggito dall’Italia. Rigettando il ricorso presentato dalla difesa, i giudici della Suprema Corte avevano anche respinto la richiesta di una nuova perizia psichiatrica. "Ciò che rileva in questa sede e rende esaustivo l’accertamento già effettuato - sottolinea la Cassazione - è l’indagine medico-legale ed i suoi esiti, risultati che non hanno indicato nè l’esistenza di patologie maggiori, nè profili di disturbi minori ma valorizzabili in punto di elisione totale o parziale della capacita’ di intendere e di volere".

"In particolare - spiegano ancora i giudici - ciò risulta dal passo della ‘perizia mentale’ riportato nell’impugnata sentenza, laddove si è preso atto che in sede anamnestica non era stata riferita alcuna sintomatologia che potesse suggerire una patologia psicotica di qualche tipo, situazione che trovava conferma nel periodo di osservazione in carcere, durata sei mesi, durante il quale nessun responsabile medico, né la psicologa del centro penitenziario riscontravano sintomatologia psicotica acuta né dello stato d’animo, non vi era alcuna alterazione della condotta, né si era presentata la necessita’ di alcun trattamento farmacologico". Quanto infine alla sussistenza delle aggravanti, gli ‘ermellini’ sottolineano come Feher fosse "ben consapevole che Verri e Ravaglia erano della Polizia e dunque andavano eliminati, senza approfondire se avessero avuto armi oppure no". Non ha importanza dunque se l’imputato abbia visto o meno la pistola tra le mani di Ravaglia, "essendo evidente che in ogni caso ‘Igor’ avrebbe sparato contro entrambi i malcapitati, per assicurarsi la fuga e l’impunità dai precedenti reati: se i due l’avessero controllato, gli avrebbero trovato le armi del precedente omicidio".