Pd e Azione civica soddisfatti Scettici Ferraresi e Mantovani

Le opposizioni sulla fusione. Talmelli: "Non merito di Fabbri". Fusari: "Migliorano le criticità". M5s: "Tagliamo i costi"

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L’imprimatur per l’unificazione delle aziende sanitarie piace a quasi tutta la politica. La voce dissonante è quella della consigliera del Misto Anna Ferraresi, secondo cui "non è il momento per la fusione delle due Aziende Sanitarie. Troppe sono le criticità di entrambe non ancora risolte: per l’Aosp si deve trovare una soluzione più “economica” alla finanza di progetto tuttora in corso e una sorta di ripristino sul territorio di alcune specialistiche delle quali l’hub di Cona detiene oggi l’egemonia. Mentre per l’Ausl, so di diverse criticità negli ospedali: Cento, Argenta e Lagosanto, in particolare il distretto Sud-Est deve essere rafforzato. Tutto questo per farci trovare prontissimi a un’eventuale quarta ondata di Covid-19". Il segretario dem Alessandro Talmelli fa un commento più politico. "Sorprende vedere come ogni cosa che viene fatta nel ferrarese sia una vittoria della Giunta: basta pensare alla notizia della fusione delle dirigenze sanitarie. È grazie a un mandato che hanno ricevuto le direttrici generali da Stefano Bonaccini, presidente della Regione, e non certo dal Sindaco di Ferrara. Da anni il tema della fusione è al centro del dibattito. Non possiamo che esprimere soddisfazione per questo primo passo, ma non dobbiamo, e non possiamo, perdere di vista che tutto ciò ha un senso solamente se vengono risolte le problematiche della sanità ferrarese, partendo dalle criticità ad oggi cogenti: copertura degli organici, liste di attesa, definizione dei percorsi di presa in carico dei pazienti. In questo percorso sarà necessario il coinvolgimento del personale". Se Roberta Fusari (Azione Civica) plaude convintamente al progetto "che permetterà di risolvere molte criticità che attualmente presenta la sanità ferrarese, fornendo così migliori servizi ai pazienti", il capogruppo grillino Tommaso Mantovani ha qualche riserva. O meglio "vedo questa unificazione molto utopistica: il percorso è a ostacoli e il terreno è scivoloso. Dipenderà dalla Regione". Tuttavia, al pari dei sindacati, il pentastellato si focalizza sull’aspetto economico di tutta l’operazione. "L’unificazione delle aziende – è la chiosa – avrà senso se si ridurrà la spesa pubblica e si offriranno migliori servizi ai cittadini. Sennò sarà tutto inutile".

Federico Di Bisceglie