Piazza Gramsci, banchi ’sfrattati’ "Non rispettano i canoni Unesco"

Ieri mattina i titolari in comune: "Il sindaco ci ruba il lavoro". Fabbri: "Una scelta legata al decoro urbano"

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"Il sindaco ha preso il mio lavoro". Si sono presentati in Comune con quattro cartelli con questa scritta. Hanno aspettato il sindaco Alan Fabbri nell’androne d’ingresso del municipio. La protesta dei titolari di alcune ’bancarelle’ del centro storico che sono state "delocalizzate" per lo più in ragione del nuovo regolamento sulle concessioni. "Motivazioni – spiega il sindaco Alan Fabbri – in primis, legate alla sicurezza, al decoro urbano, alla posizione in pieno cuore storico della città - centro Unesco - e alla, già scaduta, concessione, ci hanno indotto a prevedere, con adeguato preavviso di sei mesi, la delocalizzazione dei banchi di piazza Gramsci, della ditta Singh Bijender". In realtà, da quanto trapela dal Comune, ci sarebbero state anche segnalazioni di cittadini e attività che si lamentavano della presenza delle bancarelle. La ratio della decisione assunta dall’amministrazione – con regolare determina dirigenziale – è abbastanza intuibile. E, in qualche modo, era abbastanza prevedibile che prima o dopo accadesse. "Una scelta – sottolinea il primo cittadino della città estense – già formalizzata anche con determina dirigenziale, in linea col nostro mandato, già espressa in un orientamento di giunta il 30 maggio, ampiamente anticipata agli stessi interessati già da giugno, e coerente con le linee strategiche del Documento Unico di Programmazione (Dup), in particolare per quanto riguarda la ‘valorizzazione del centro storico Unesco’". "L’area – prosegue Fabbri– non sarà quindi più occupata allo scadere della concessione, già troppe volte prorogata. La stessa scelta è stata operata anche per altri banchi che si trovavano all’interno del perimetro del centro storico, patrimonio mondiale dell’Umanità".

Il riferimento è anche "all’area dei portici di porta Reno, già liberata". "I titolari dei banchi di piazza Gramsci – scandisce il primo cittadino – hanno già beneficiato di diverse proroghe. Da sei mesi hanno una lettera che li informa dell’imminente necessità di delocalizzare l’attività e sono stati anche convocati in Comune, il 21 ottobre scorso, alla presenza dei rappresentanti di Anva Confesercenti, con la volontà di trovare la migliore soluzione condivisa per la definizione della nuova collocazione del posteggio".

In quella sede, assicura Fabbri, "da parte dei titolari della ditta, non sono emerse proposte alternative. Il rispetto delle regole è richiesto e dovuto da parte di tutti, senza eccezioni né scorciatoie. In caso di inottemperanza si procederà dunque all’ esecuzione d’ufficio con oneri a carico della Singh Bijender". Dunque il dato è stato tratto, per dirla così, già da qualche tempo. Eppure, solamente ieri mattina, i titolari dei banchi hanno fatto capolino nell’androne del Comune. Si può dire che non l’abbiano proprio digerita questa de-localizzazione. Eppure, il regolamento parla chiaro.

re. fe.