"Più sicurezza tutelando i diritti dei detenuti"

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Tuttavia alcune considerazioni mi pare si debbano fare. In primo luogo, il ripristino di condizioni minime di lavoro non può e non deve passare dalla compromissione dei diritti dei detenuti, semmai si rende necessario invocare maggiori risorse economiche ed umane.

Non solo. È evidente a tutti come un ambiente strutturalmente e concettualmente obsoleto, dove il numero dei detenuti è portato fisiologicamente ad aumentare per via di una serie di leggi criminogene, diventa terreno fertile per situazioni di disagio con conseguente esasperazione della situazione dei dipendenti. Del pari, appare evidente che un maggior uso delle misure alternative alla detenzione garantirebbe anche migliori condizioni di lavoro. Infine, il Sindacato di categoria sembra chiedere all’Amministrazione Penitenziaria “di intervenire con provvedimenti urgenti per la gestione di un istituto complesso, se non altro per l’alta varietà delle tipologie di detenuti ospitati” (così è riportato sugli articoli di stampa). Ebbene, sarebbe interessante sapere: 1) Cosa si intende con la frase “provvedimenti urgenti per la gestione di un istituto complesso”; 2) Come è gestita negli altri istituti di detenzione del nostro territorio la “ varietà di tipologie di detenuti ospitati “.

Pasquale Longobucco,

presidente della Camera Penale Ferrarese