Pugni e calci ai passanti, pugili ai domiciliari

I racconti di Marcello Matano e Adriano Micaj davanti al giudice: "Aggrediti fuori da un bar, poi tutto è stato molto veloce"

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di Cristina Rufini

FERRARA

"Ci siamo difesi". Questo in sostanza quanto emerso ieri mattina dagli interrogatori cui sono stati sottoposti i pugili Marcello Matano, 35 anni e Adriano Micaj, che di anni ne ha 20. La notte di follia pura che si è consumata a Lido degli Estensi tra venerdì e sabato scorsi è stata ripercorsa davanti al giudice per le indagini preliminari Vartan Giacomelli, ma i due pugili hanno spiegato una versione piuttosto diversa da quella che è emersa dai racconti dei non pochi testimoni che, loro malgrado, si sono trovati ad assistere oppure ad essere colpiti dalla violenza di Matano e Micaj (assistito dall’avvocato Francesco Andriulli). Entrambi, come emergerebbe anche dagli atti, avrebbero spiegato al giudice di avere subito un’aggressione all’esterno di un bar da parte di alcuni ragazzi. In particolare che il più giovane sarebbe stato aggredito, per motivi non meglio chiariti e in un secondo momento Matano, entrato nel bar, era corso in suo aiuto. Una ricostruzione ritenuta dal giudice "priva di fondamento" e "illogica". Soprattutto perchè le aggressioni di cui sono accusati – calci e pugni ai passanti, ad alcune auto e altri danneggiamenti – sarebbero avvenute nella pubblica via, alla presenza di numerosi passanti che univocamente attribuiscono ad entrambi il comportamento violento. A queste contestazioni del pm Isabella Cavallleri , i due avrebbero risposto al gip con vari ’ non ricordo’ e l’ammissione di essere comunque sotto l’effetto dell’alcol.

Un quadro indiziario, ricostruito dagli inquirenti con varie testimonianze, alcune dettagliatissime che raccontato quanto accaduto fin dai primi minuti della mezzora di follia e fuggi-fuggi generale che si è conclusa con un difficile arresto da parte dei carabinieri, i quali hanno dovuto faticare non poco per calmare e ammanettare i pugili, che continuavano a picchiare e minacciare – secondo quanto ricostruito – anche una volta dentro l’auto dei militari. Due i carabinieri rimasti feriti, con prognosi di 15 e 10 giorni. La versione degli indagati non ha convinto il giudice che ha disposto la custodia cautelare agli arresti domiciliari, ritenendo gli indizi di colpevolezza gravi e attendibili. Sottolineando peraltro che "l’incapacità di autocontrollo appare assai elevata... con il pericolo che se rimessi in libertà commettano altri gravi reati". Non solo, la modalità con cui le aggressioni sarebbero state messe in atto– senza freni inibitori - secondo il giudice è indicativa di una "preoccupante inclinazione criminosa specifica".

"La custodia cautelare in carcere richiesta dal pm sarebbe stata davvero troppo rispetto alle esigenze cautelari in campo costituite dal solo pericolo di reiterazione del reato – commentano gli avvocati Mantovani e Pieracciniche assistono Matano – Il gip ha disposto, per ora, gli arresti domiciliari e tale decisione ci dà soddisfazione e consente a Matano di riflettere sui propri errori dalla tranquillità della sua abitazione. Il ragazzo non potrà partecipare all’incontro di pugilato in programma per venerdì perché non è nelle condizioni di salute per farlo. Per ora non ci sono iniziative della Federazione Italiano Boxe. Nei prossimi giorni valuteremo la possibilità di risarcire i danni e faremo istanza affinché sia autorizzato al lavoro. La persona offesa della rapina ha dichiarato di essere stata malmenata precisando non sono in grado di indicare se lo zaino mi sia caduto per via dell’aggressione o sia stato sottratto dai prevenuti"."C’è la volontà da parte dei miei assistiti di costituirsi parte civile per le lesioni – spiega l’avvocato Denis Lovison che assiste i due carabinieri rimasti feriti – dei quali è stata sottolineata anche dal giudice la condotta ineccebile nell’eseguire l’arresto: proprio grazie alla loro professionalità non ci sono state conseguenze peggiori vista la condotta tenuta durante l’arresto. Avendo a che fare con persone che sono in grado di utilizzare le mani. Siamo – infine – soddisfatti che il giudice abbia applicato gli arresti domiciliari stigmatizzando la pericolosità di queste due persone e l’assenza di resipiscenza".