Sensori e algoritmi per intercettare lo smog

Scatta il progetto ’Air Break’, con Hera come capofila: verranno installate apparecchiature di monitoraggio nelle zone a più alto rischio inquinamento

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Dalla mobilità sostenibile a una rilevazione costante dei parametri di inquinamento atmosferico. La sensibilizzazione della cittadinanza e la promozione di abitudini di vita più sane, nel solco del rispetti verso l’ambiente. Sono questi i punti che tratta il progetto Air Break che di fatto, mira a fornire gli strumenti necessari per migliorare la qualità dell’aria nella nostra città. Dal Comune all’università, passando per Sipro e il Policlinico di Milano, tante sono le realtà coinvolte tra pubblico e privato. Capofila è Hera che, attraverso Patrizia Mangiafesta della direzione Innovazione della multiutility, spiega il respiro e le potenzialità di Air Break.

Mangiafesta, spesso sentiamo parlare di sforamenti del livello di inquinamento nella nostra città e raccogliamo il grido di campanelli d’allarme rispetto le conseguenze che questi sforamenti possono portare. Come invertire questa tendenza?

"Partiamo col dire che questo progetto prima di tutto ha come obiettivo quello di conoscere il territorio e il contesto nel quale ci troviamo a operare. Solamente in questo modo pensiamo che si possano studiare strategie efficaci per migliorare il livello di inquinamento".

Andiamo nel concreto.

"Da luglio, come Hera e in collaborazione con gli altri partner, stiamo lavorando ad approntare una rete di sensori che verranno posizionati in città, i quali attraverso algoritmi predittivi, permetteranno di prevedere il livello di inquinamento nelle successive 72 ore. In questo modo, al decisore politico, noi forniremo dati certi sui quali basarsi per applicare le misure che riterrà più opportune. In più nei pressi della stazione ferroviaria, nei pressi del centro storico del polo chimico e all’università, installeremo delle ‘smart hub’: ovvero delle stazioni per la ricarica delle auto elettriche nelle quali verranno distribuiti kit per l’aggiustatura delle biciclette e servizio wi-fi gratuito. Questo in ottica di sensibilizzazione della cittadinanza alla mobilità sostenibile e ad incentivare le buone prassi per un modello di vita più sano".

Quanto durerà il progetto?

"Il respiro è ampio: si tratta infatti di una progettualità che si snoda su tre anni, finanziato con cinque milioni di euro. In questo senso ci tengo a ricordare che la rete di sensori verrà disposta entro giugno 2021. Nel frattempo, siamo al lavoro per mettere a punto l’infrastruttura informatica che gestirà i dati raccolti".

Domeniche ecologiche, blocchi del traffico e limitazioni alla circolazione. Nell’anno della pandemia la sfida è quella di cercare di tutelare da un lato gli interessi dell’economia che gravita nel bacino del centro storico e, dall’altro, rispettare il più possibile l’ambiente. E’ una sfida che si può vincere?

"Il senso del progetto è proprio questo. La sfida è aperta ma sicuramente potenziare, ad esempio, la mobilità green potendo permettere alle persone di frequentare il centro sebbene in maniera diversa mi pare sia già una buona risposta per garantire la tutela di questi doppi, legittimi, interessi".

Federico Di Bisceglie