Sparatoria Ferrara, la madre di Cazzanti: "Non sapevo che avesse una pistola"

Il racconto: "Si svegliò e mi disse: ’Non ho sonno’. I carabinieri hanno perquisito la sua camera e trovato le cartucce"

Giovanna Masetti nella camera del figlio Michele Cazzanti

Giovanna Masetti nella camera del figlio Michele Cazzanti

Ferrara, 6 marzo 2022 - "’Non ho sonno’, mi ha detto. Perché gli avevo chiesto come mai si fosse alzato prima delle 10,30, dal momento che era difficile vederlo in piedi alla mattina presto. Poi mio figlio ha sorseggiato velocemente un caffè, non ha mangiato, e, invece di prendere la sua macchina, se n’è andato con la Fiat Punto del padre". Riavvolge il nastro della memoria Giovanna Masetti, 84 anni, pensionata, e ritorna alla mattina di giovedì scorso quando suo figlio, Michele Cazzanti, 56 anni, dipendente comunale, è uscito di casa per tendere un agguato e sparare contro un collega: il sessantenne Roberto Gregnanini, colpito all’addome e alle gambe, e ancora in prognosi riservata all’ospedale di Cona. La donna, che ha perso due anni fa il marito Luciano Cazzanti, storico talent scout della Spal, non riesce a capacitarsi del gesto compiuto dal figlio. "Non ho mai visto armi in casa – continua Masetti – e non sapevo che avesse una pistola. Michele è una persona tranquilla, ma dicono che ci sono dei video che lo riprendono".

Non le ha detto che aveva preso il porto d’armi a uso sportivo?

"Mai saputo che ne avesse una. I carabinieri, però, hanno trovato delle cartucce nella sua cameretta".

Ha parlato con l’avvocato di suo figlio?

"Sì, mi ha detto che Michele (attualmente nella casa circondariale di Cremona) ha chiesto di essere spostato nel carcere di Ferrara. Ed è quello che vorrei anch’io, perché mi sembra impossibile non poterlo vedere".

Le ha mai confessato di avere dei problemi con i colleghi in ufficio?

"No, al lavoro si trovava bene ed era un ottimo impiegato. Non ricordo di avere sentito mio figlio parlare male di un collega. Attualmente era a casa in ferie".

Perché è un ’No Vax’?

"Sì, lui non si voleva vaccinare, ma le ferie sarebbero finite presto. Nonostante la sua situazione, usciva di casa".

E cosa faceva?

"Non so cosa facesse. A volte usciva per fare acquisti e altre tornava a casa con dei soldi in contanti prelevati dai nostri conti. Una vita tranquilla fino a giovedì scorso".

Se lo sarebbe mai aspettato?

"No, assolutamente; anzi mi sembra tutto incredibile. Mio figlio, del resto, era seguito da uno specialista e aveva una cura. Qui a casa le sue passioni erano sostanzialmente due".

Quali?

"Amava la Spal per quello che ha rappresentato per la nostra famiglia e il fumo. Sì, fumava molte sigarette".

Cosa gli dirà quando lo rivedrà?

"Non lo so, voglio soltanto che stia bene. In carcere mangerà poco. Lui ha dei gusti difficili. L’avvocato mi ha detto che nonostante tutto è tranquillo".