"Sugli accompagnatori introdotta una odiosa discriminazione"

La polemica al Teatro Comunale riguarda la discriminazione tra disabili deambulanti e non deambulanti per l'ingresso gratuito degli accompagnatori. Maria Zucchini e Bruno Cavicchi criticano la suddivisione e chiedono un trattamento equo per tutti i disabili.

Caro Carlino,

leggo con sorpresa (e anche con motivata irritazione) la precisazione di Giacomo Gelmi (CdA del Teatro Comunale) che risponde a quanto da me affermato senza neppure aver letto bene ciò che ho scritto. Io non ho mai detto che tutti gli accompagnatori dei disabili pagano il biglietto. Ho affermato un’altra cosa, sfuggita evidentemente a chi ha letto con superficialità la mia lettera: che mentre l’accompagnatore di un disabile non deambulante entra gratis, gli altri pagano. Ed è esattamente ciò che dice Gelmi, dichiarando che questi ultimi (a differenza di ciò che avveniva nella scorsa stagione teatrale, aggiungo io) pagano il biglietto, sia pure in misura ridotta. Pagano meno, ma pagano. Come io avevo scritto. In questo modo, mentre lo scorso anno tutti i disabili venivano trattati allo stesso modo, si è introdotta una discriminazione, secondo me odiosa, fra disabili di “serie A” e “di serie B”. Risultato : un disabile (riconosciuto invalido al 100% dall’INPS) che è tale per ragioni di natura psichiatrica e che necessita di un accompagnatore, si trova nella situazione di dover chiedere a chi lo accompagna di pagare il biglietto, sia pure (che gentile concessione, caro Gelmi) non a prezzo intero. Credo che la distinzione fra disabili deambulanti e non deambulanti sia meschina. Forse il Teatro Comunale vuole incassare qualche euro in più a spese dei disabili che, per fortuna, possono almeno deambulare? C’è forse qualche norma che vieta al Teatro Comunale di trattare tutti i disabili allo stesso modo, senza inique e speciose suddivisioni?

Maria Zucchini

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Caro Carlino,

ho letto la precisazione del Sig. Gelmi, a nome del CdA del nostro Teatro Comunale, che distingue fra disabili deambulanti (il cui accompagnatore paga il biglietto, anche se scontato) e non deambulanti (il cui accompagnatore entra gratuitamente). Non so se la precisazione sia... imprecisa ma è possibile che un invalido con le braccia paralizzate (ad esempio), solo perchè deambula, debba essere trattato diversamente da chi, purtroppo, è obbligato a usare la carrozzina? Che senso ha distinguere fra deambulanti e non deambulanti? E che dire dei disabili che sono tali per ragioni di natura psichica? Sono forse “figli d un dio minore”?

Bruno Cavicchi