
L’artista Giampaolo Bertozzi, il collezionista Walter Baldi e. Maria Livia Brunelli
Una mistica del quotidiano. Non è solo il titolo di una mostra. È quello che prova Maria Livia Brunelli ogni mattina, quando decide di fare colazione nella sua casa-galleria: svegliarsi tra le opere di Bertozzi & Casoni e Maria Lai. Un privilegio, o un merito?, che in pochi possono vantare. Ha inaugurato ormai il 29 marzo, alla MLB Maria Livia Brunelli Gallery di Corso Ercole d’Este 3, la mostra "La mistica del quotidiano. Un dialogo tra Bertozzi & Casoni e Maria Lai". Ma ci sarà tempo fino al 29 giugno, per partecipare alle visite guidate che si tengono ogni sabato dalle 15 alle 19 (previa prenotazione telefonica al 346-7953757). Prenotando con una certa solerzia: tutti i weekend la home-gallery si riempie di visitatori curiosi. D’altronde è raro vedere Maria Lai da queste parte. L’esposizione consiste in una doppia personale, che mette in relazione questi straordinari artisti, noti a livello internazionale e protagonisti per diversi anni di alcune edizioni della Biennale di Venezia. Alla MLB, Maria Lai e Bertozzi & Casoni vengono accostati per la prima volta, esponendo inoltre un importante nucleo di opere inedite di Maria Lai, molte delle quali in ceramica, grazie alla collaborazione con il collezionista Walter Baldi e l’Archivio Maria Lai. Lo sguardo sensibile e acuto che caratterizza il duo artistico Bertozzi & Casoni entra in dialogo in punta di piedi con queste opere, cadendo nuovamente sul quotidiano, sulla contemporanea sovrabbondanza di oggetti, parole e immagini in cui siamo costantemente immersi. Le composizioni ceramiche nate appositamente per questa occasione si inseriscono in quella scia di ricerca legata alla vanitas e al memento mori, in cui gli elementi di tutti i giorni diventano allegorie della nostra epoca consumistica. Simbolico trait d’union tra Maria Lai e Bertozzi & Casoni è uno splendido libro, quasi un unicum nella produzione dell’artista sarda: una pagina in tela fissata su un supporto in ceramica. I libri di Maria Lai sono "narrazioni tessili" illeggibili e poetiche, che hanno origine all’epoca della sua infanzia, quando l’artista guardava sua nonna rammendare le lenzuola e si divertiva a inventare storie a partire dai fili usati per rammendare gli strappi, che erano per lei come segni di un alfabeto misterioso. Il filo diventa anche metafora della creazione di connessioni. A questo concetto è dedicata una grande opera di Bertozzi & Casoni che collega tra loro diversi elementi con riferimenti al tema delle connessioni care all’artista sarda, nota per l’opera relazionale ‘Legarsi alla montagna’, con la quale Maria Lai unì un intero paese, l’intera comunità di Ulassai, legata da un nastro celeste lungo 27 km.
Francesco Franchella