Geotermia a Ferrara, la protesta: "Da 200 a duemila euro all’anno”

Slogan e striscioni in piazza municipale, la denuncia dei residenti: "Forte disagio per migliaia di famiglie"

Ferrara, 26 marzo 2023 – Geotermia, geotermia canaglia. Parafrasando la canzone di Al Bano & Romina, il popolo che annaspa nel mare dei rincari sul teleriscaldamento si fa sentire. Cartelloni e slogan alla manifestazione contro il caro bollette, ieri mattina, erano piuttosto eloquenti.

"No al caro riscaldamento", si legge nello striscione
"No al caro riscaldamento", si legge nello striscione

Le storie, raccontante da rappresentanti di associazioni, amministratori di condomini o semplici cittadini hanno sfumature diverse ma un epilogo comune. "Ci siamo fidati, hera ci ha spennati", dice qualcuno.

La Rete di cittadini contro il teleriscaldamento si trova in una piazza municipale assolata. Il sole scalda, anche se il clima già di buon mattino – tra i tanti manifestanti – è già piuttosto bollente. Bianca Caselli, rappresentante dell’associazione benefica Andos scuote la testa. "Quest’anno – racconta – i rincari hanno raggiunto livelli davvero inaccettabili. A fronte di duecento euro di bolletta che pagavamo gli anni precedenti, la proiezioni per l’annualità in corso è quella di spendere oltre 2.500 euro. Non possiamo reggere delle ‘mazzate’ di questo tipo".

E l’accordo tra multiutility e Comune? "Un disastro annunciato". A rincarare la dose ci pensa Tiziana Davì, amministratrice di diversi condomini allacciati alla rete geotermica. "Siamo in piazza a malincuore – scandisce Davì – per manifestare il grosso disagio nel quale si trovano migliaia di famiglie ferraresi a seguito di rincari sempre più insostenibili. Al di là del ribadire la propria ferma "contrarietà" all’accordo tra Comune ed Hera che "va rivisto il prima possibile", Davì punta il dito contro le recenti dichiarazioni entusiastiche dell’Ad della multiutility che "si compiaceva" degli utili fatti dalla società a chiusura d’anno.

"Mentre i cittadini stanno pagando bollette di importi con importi talvolta triplicati – sbotta l’amministratrice condominiale – Hera mena vanto di questi risultati di bilancio. E’ normale che le persone, stando così le cose, si sentano davvero beffate".

La ‘regista’ della manifestazione è Katia Furegatti, che coordina gli attivisti della Rete contro il teleriscaldamento. L’associazione ha preparato un documento attraverso il quale avanza una serie di proposte. La prima è l’applicazione "per la quota del calore prodotto da fonte geotermica e dal termovalorizzatore del prezzo medio di 0,060 €/Kwh, già in essere nell’anno 2020/2021. Non solo. Il prezzo massimo complessivo del calore impiegato per il teleriscaldamento dovrà essere sempre minore del prezzo del calore prodotto dal gas, come già avveniva prima dell’accordo dell’ottobre 2022, fra Hera e il Comune di Ferrara".

Sì, perché ora si verifica il paradosso per cui "gli utenti allacciati alla rete di teleriscaldamento pagano di più rispetto a quelli che utilizzano il gas".

L’altra annosa questione, portata all’attenzione più volte anche dai sindacati nelle scorse settimane, è quella della redistribuzione delle risorse. "Chiediamo – così i referenti della Rete - che gli importi fatturati da Hera a decorrere dal primo gennaio 2022 vengano ricalcolati secondo i parametri che abbiamo indicato e che vengano rimborsati all’utenza i maggiori importi già pagati e desumibili da tale ricalcolo".

Da ultimo, la rete di residenti chiede a Hera "maggiore trasparenza" e che vengano "resi chiari i calcoli degli importi fatturati da Hera, compresi quelli relativi ai consumi presunti e ai successivi conguagli, l’applicazione e la formazione delle tariffe e in che misura concorrono di mese in mese le tre fonti energetiche di cui sopra alla fornitura del teleriscaldamento".

Massimo Buriani, direttore della cooperativa ‘Il Castello’, ha in mano un cartello con una scritta molto eloquente: "Hera, 2022 da record – si legge –. Ricavi per 20 miliardi e dividendi in crescita. Comune e Ferrara Tua ‘staccano’ oltre tre milioni". "Molte famiglie – conclude Buriani – non riescono a pagare le bollette e corrono il concreto rischio del taglio alle forniture. L’accordo tra Hera e Comune va rivisto. Anzi, rifatto".