Ferrara, caso movida. "Pronta la segnalazione all’autorità anticorruzione"

Il consigliere di Forza Italia Fornasini: "È mancata la trasparenza"

Movida in piazza

Movida in piazza

Ferrara, 24 agosto 2017 - L’affaire movida si avvicina ai radar dell’Anac. Le limature, i distinguo e le correzioni di tiro dell’assessore alla cultura Massimo Maisto (a partire dal nome, scivolato da ‘La movida siamo noi’ a un meno allusivo ‘Movida on’) non sono bastate a calmare le opposizioni, ormai decise ad andare in fondo a quel presunto «regalo agli amici degli amici». Nel mirino, inutile dirlo, la delibera ferragostana con la quale la giunta ha stanziato 33.500 euro a favore di sei associazioni (Uisp, l’Ultimo Baluardo, Teatro Off, il Turco, Web Radio Giardino e il Gruppo del Tasso) per progetti finalizzati a promuovere un’immagine positiva della movida del mercoledì sera. Ma chi sono le associazioni interessate? Secondo il vicesindaco sono «il meglio» nei rispettivi campi. Per l’opposizione invece, si tratta dei «soliti noti». Ma se finora la polemica si è limitata a schermaglie verbali, ora le cose iniziano a farsi più serie. Già, perché Forza Italia, su iniziativa del consigliere Matteo Fornasini, ha già raccolto atti e documenti relativi alla delibera della discordia e li ha impilati sul tavolo di un avvocato. L’obiettivo è capire se ci siano i requisiti per un ricorso all’autorità anti corruzione.

Un’ipotesi che, anche se solo ventilata, rievoca brutti ricordi in cima allo scalone. Due anni fa, proprio in questo periodo, la giunta era alle prese col ‘pasticciaccio’ Camelot. La procedura di affidamento del progetto di accoglienza dei migranti alla cooperativa di via Zappaterra era infatti finita nel mirino dell’Anac, la quale aveva bacchettato l’amministrazione con una lettera. Ed è proprio da quella vicenda che parte l’affondo di Fornasini. «Il caso movida – osserva il forzista – mi ricorda tanto la questione Camelot. Sia chiaro, non contesto il merito delle iniziative e le capacità dei ragazzi coinvolti. I miei dubbi sono sul metodo, sugli strumenti e sull’approccio usati dalla giunta per assegnare dei soldi pubblici». Insomma, secondo l’azzurro saremmo di fronte «all’ennesimo affidamento diretto senza rispettare i principi di pubblicità e trasparenza». Quella di Fornasini non è una critica tecnica ma una questione di principio. «La delibera – premette – è stata adottata in maniera corretta e sotto un certo tetto, si sa, non si è obbligati a una gara pubblica». Ma c’è un ‘però’. L’appiglio, secondo il consigliere, sta in una nota dell’Autorità Nazionale Anticorruzione datata gennaio 2016. Nel documento si dettano le linee guida per l’affidamento dei servizi a enti del terzo settore.

In un passaggio, spiega il forzista, l’Anac sostiene come «l’amministrazione pubblica, in caso di attribuzione di vantaggi economici a enti pubblici e privati, sebbene non regolati dal codice dei contratti, sia sottoposta a regole di trasparenza e imparzialità». In poche parole, anche una delibera che muove somme contenute (come quella sulla movida) «deve essere preceduta da adeguate forme di pubblicità e avvenire in esito di procedure competitive». Cosa che, per Fornasini, nel caso in questione non sarebbe accaduto. Un cavillo? Può essere. Ma, almeno secondo Forza Italia, degno di essere sottoposto all’attenzione dell’autorità anticorruzione. «Ancora una volta – è la stoccata finale – il Comune utilizza soldi dei ferraresi come se fossero privati. Anzi, al posto di coinvolgere più realtà possibili, Maisto sceglie col principio della ‘selezione naturale’. Sarei curioso di sapere cosa ne pensa Raffaele Cantone (il presidente dell’Anac, ndr)».