Minacce alla Spal, i tifosi. "Gesto lontano dalla cultura del nostro tifo"

Ferozzi, del coordinamento Spal club: "Mi sento di escludere che sia stata opera di gruppi organizzati. E comunque è un autogol"

Valentina Ferozzi

Valentina Ferozzi

Ferrara, 31 luglio 2020 - Le foto dello striscione e soprattutto della testa di maiale esposta al centro sportivo di via Copparo hanno circolato in un attimo sui telefoni dei tifosi e sul web. Una delle prime ad esporsi, condannando senza mezzi termini il gesto, è stata Valentina Ferozzi. La presidente del coordinamento Spal Club prende le distanze dagli autori, avvertendo il popolo biancazzurro sulle possibili conseguenze che episodi di questo tipo potrebbero generare. "Quando mi hanno riferito quello che era accaduto non volevo crederci – commenta –. Ci sono rimasta davvero male, perché si tratta di un gesto che non appartiene minimamente alla cultura della tifoseria spallina. Protestare è diritto sacrosanto dei supporters, ma bisogna farlo sempre con civiltà e non certo attraverso una testa di maiale. Non ci si comporta così, questo è un vero e proprio autogol".

Chi può aver commesso un’azione del genere? "Conosco bene il mondo del tifo biancazzurro, e mi sento di escludere che sia stato opera di gruppi organizzati. Personalmente rappresento gli Spal Club, che non compirebbero mai gesti del genere. Ma sono convinta che nemmeno ai ragazzi della Curva Ovest verrebbe in mente di fare una cosa di questo tipo. Anzi, quando protestano rivendicano sempre con coerenza le proprie azioni attraverso comunicati ad hoc. Penso possa trattarsi di una goliardata di cattivo gusto di una singola persona, oppure di cani sciolti che nulla hanno a che fare con la nostra tifoseria".

Era mai accaduto qualcosa di simile a Ferrara? "In passato ricordo qualche gesto eclatante, con proteste a colpi di letame. Ma il contesto societario e non solo era completamente diverso, e mai si era arrivati ad episodi così gravi".

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Come pensa che abbia reagito la società? "Conoscendo il presidente Mattioli e la famiglia Colombarini sono sicura che siano rimasti molto delusi e dispiaciuti. Anzi, ho intenzione di chiamare Simone per esprimergli la mia solidarietà. La proprietà è molto sensibile ai segnali che arrivano dalla città, e non ha mai fatto mistero di prendere in considerazione l’ipotesi di andarsene se arrivassero messaggi negativi da parte della tifoseria. Quindi invito tutti a prendere le distanze da gente che sfoga così le proprie frustrazioni, ma anche da quelli che gettano fango sui social network: sono d’accordo che si possa contestare la squadra, ma in questo modo viene tirata in ballo pure una società che dovremmo sempre ringraziare".

A proposito, che idea si è fatta dell’atteggiamento della squadra di Di Biagio? "Le ultime prestazioni sono state umilianti per chiunque abbia a cuore i nostri colori. Capisco che di questi tempi chiedere di onorare la maglia sia inutile, ma mi aspettavo che questi giocatori avessero almeno un po’ di amor proprio: è mancato il gruppo".