Spal tra immobilismo e silenzi assordanti

La società non esce allo scoperto neanche dopo la richiesta perentoria dei tifosi della Ovest. Intanto le opportunità di mercato svaniscono

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FERRARA

Dal fronte di Tacopina è dunque partita una proposta, ma non se ne conosce l’entità. E ora si tratta solo di capire se sia tale da incontrare il gradimento della famiglia Colombarini, che ha valutato la Spal 20 milioni di euro. Nel frattempo, questo silenzio prolungato minaccia purtroppo di rompere l’incantesimo del giocattolo Spal. Il comunicato della Ovest non ha fatto che ribadire in duri termini "da curva" quel che da settimane si va tutti chiedendo alla dirigenza e alla proprietà, senza ottenere risposte utili a far chiarezza, se non due comunicati contraddittori a 24 ore l’uno dall’altro nei giorni della pubblica "scoperta" di Tacopina. Che l’efficacia comunicativa sia l’anello debole di questa gestione è risaputo, ma la mancanza di aggiornamenti, al di là dei pochi rivolti alla ristretta platea degli sponsor, ha alla fine comportato una reazione che ha alterato equilibri in essere da anni. Ora lo zoccolo duro, l’hard core del popolo spallino, esige notizie e chiarimenti, chiede a gran voce una prospettiva. E’ quel che da un mesetto a questa parte anche la stampa va domandando, inascoltata. La Spal è tra i club di serie B quello più indietro, ancora privo di allenatore e di una sede ufficiale di ritiro montano. Se ci fosse bisogno di altro tempo per trattare con gli investitori americani, dagli States emerge però che Tacopina non ha posto condizioni alla Spal attuale, liberissima di avviare i suoi programmi, ai quali gli americani si aggiungerebbero al momento dell’eventuale acquisto, correggendoli in corsa. Quindi i Colombarini potrebbero ben prolungare Zamuner anche sulla carta e non solo a voce, ufficializzare mister Bucchi, e fare le prime mosse di mercato. Invece l’immobilismo è totale, al punto che non si sono esercitati nemmeno i riscatti dei giovani Attys e Moro: se ci si muove per non farselo soffiare, l’interista rimane però trattabile, mentre adesso appare più difficile la pista per l’attaccante del Padova. Da via Copparo filtra l’intenzione di attendere finché si può, e poi di iscrivere la Spal a fine mese se i contatti con Tacopina non prenderanno forma. Questa lunga vacatio ha provocato la rottura con la curva ed è un peccato, perchè la Spal si gioverebbe di componenti in sintonia, e in fondo, sino a due anni fa questa dirigenza per il club ha fatto più di qualcosa, riportandolo in serie A dalla C2 e tenendocelo per tre stagioni. Non merita la gogna, ma immobilismo operativo e silenzi hanno provocato questa incresciosa situazione. Ora non resta che auspicare che si trovi una soluzione che faccia il bene della Spal, e che possa ricomporre l’ambiente se non subentreranno gli investitori a stelle e strisce. La prima mossa distensiva sarebbe quella di annunciare almeno tecnico, direttore sportivo e ritiro. L’entusiasmo, se c’è, deve emergere a fatti. E’ sotto gli occhi di tutti che la voglia non è più la stessa delle stagioni vincenti, e non da oggi. Lo conferma il fatto stesso che siano state aperte trattative per la cessione, che in passato non erano mai state prese in considerazione. La famiglia Colombarini per la Spal ha fatto, e tanto, e ora fatica a fare a fronte di una situazione economica complicata dal Covid. Nulla di male, si può e si deve capire. Se ci sono i presupposti finanziari, le si chiede di lasciare la Spal in buone mani, perchè senza propulsione societaria nel calcio si va all’indietro. Non fosse proprio possibile vendere, in alternativa si spera in programmi dignitosi, e in una vena comunicativa meno lacunosa. Una bella favola non merita di chiudersi con un brutto epilogo: le fiabe finiscono sempre con tutti felici e contenti. Sempre che si sia davvero alla fine, che non è affatto detto.

Mauro Malaguti