Ramilli: "Cambio tutto e torno in centro"

La storica agenzia nata in piazza Saffi lascia la sede di via Corridoni e apre un ufficio di consulenza in via Giorgio Regnoli

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di Sofia Nardi

Non chiamatela agenzia viaggi. "Non siamo più negli anni Novanta". A sottolinearlo con decisione è Gianluca Ramilli che, senz’altro, non potrà essere accusato di non padroneggiare bene la materia, vista la sua lunga carriera nel campo del turismo. La storica sede in piazza Saffi fu aperta nel 1960 dal padre Gabriele: l’agenzia ci rimase per 56 anni. Poi, nel 2016, il trasferimento: ‘Ramilli’ si spostò in viale Corridoni. Ora Gianluca Ramilli è pronto per un nuovo cambio di scenario che, questa volta, non riguarda solo la sede dell’ufficio (già pronta in via Regnoli 16, dunque si tratta di un ritorno in centro), ma anche la mission della sua attività che aprirà ufficialmente i battenti il primo dicembre.

Gianluca Ramilli, se non ‘agente di viaggi’, come dobbiamo chiamarla?

"Sono un consulente di viaggio. Anche lo studio in via Regnoli non va visto come un’agenzia".

Che cos’è allora?

"Un ufficio di rappresentanza".

Cosa cambia, ora, rispetto all’agenzia classica?

"Non ci saranno locandine con le offerte appese alla porta, né ci sarà un orario fisso di apertura. Il mio lavoro consisterà nel realizzare viaggi pensati su misura per i clienti, andando incontro a tutte le loro esigenze e offrendo una disponibilità ventiquattro ore su ventiquattro. Potrà capitare che li incontrerò in via Regnoli, ma più spesso andrò io a incontrarli sul loro posto di lavoro, o prendendo un aperitivo al bar, oppure ancora parleremo in videoconferenza".

Cosa l’ha spinta a decidere di cambiare rotta?

"In realtà già con il trasferimento in via Corridoni mi ero orientato in quella direzione. Personalmente anche lì offrivo già ai clienti consulenze private, mentre le mie collaboratrici offrivano un servizio da classica agenzia di viaggi. Avevo in animo di convertire tutto il lavoro a quello di consulente nel 2025".

Ha bruciato i tempi di oltre quattro anni. Perché?

"La situazione sanitaria attuale con la conseguente crisi del turismo. In questo momento non era più opportuno tenere aperta l’agenzia. A prescindere dalla pandemia, però, penso che il futuro del turismo sia proprio questo e credo che tanti colleghi, nei prossimi anni, decideranno di percorrere la stessa strada che ho scelto io".

Il suo staff rimane in servizio?

"Attualmente le mie due collaboratrici sono in cassa integrazione. Il futuro non dipende solo da me, ma soprattutto dall’andamento della pandemia, ma il progetto è che lo staff rimanga al completo".

Dopo qualche anno in via Corridoni ha deciso di tornare in pieno centro.

"Anche via Corridoni, con il Campus a due passi, va considerata pieno centro. Non so perché sia visto come prima periferia. In realtà non ho scelto via Regnoli per la sua vicinanza alla piazza: se il progetto che sta portando avanti questa via fosse stato alla Cava, sarei andato alla Cava".

Quindi le interessa in particolare il progetto di riqualificazione portato avanti dall’associazione ‘Regnoli 41’?

"Sì, molto. Lo tengo d’occhio da anni. Tutti i negozi della via sono botteghe artigiane e mi piace che il mio studio sia proprio lì: mi sento un artigiano dei viaggi che non ti propone un pacchetto sfogliando un catalogo, ma ti costruisce un itinerario su misura, che sia in una masseria in Puglia o alle Maldive".