Casa Romagna apre a Forlì: pizze e non solo

Il taglio del nastro per ’La Marì’ e il bar a piano terra gestito da Flora. Renam Asirelli, titolare del primo locale: "Investiremo su innovazione e ricerca, così si valorizzano le eccellenze territoriali"

Renam Asirelli, volto noto de ‘La Marì d’Otello’ di via Isonzo

Renam Asirelli, volto noto de ‘La Marì d’Otello’ di via Isonzo

Forlì, 2 dicembre 2023 – Non sarà più ‘L’ex Eataly’: a partire da oggi, con l’apertura dei primi due locali, palazzo Talenti-Framonti diventerà ufficialmente ‘Casa Romagna’. L’apertura di Casa Romagna, attesissima in città, è coordinata da Civitas, società partecipata della Fondazione Cassa dei Risparmi, che detiene lo stabile. Le redini, però, sono completamente in mano ai gestori, prima tra tutti proprio l’osteria  ‘Casa Romagna’ che, a cascata, cede gli spazi agli altri gestori. Nello stabile di piazza Saffi troverà spazio anche una rivendita/esposizione di prodotti tipici locali (non solo alimentari) e prenderanno vita corsi e workshop culturali, per quella che sarà a tutti gli effetti una vetrina delle eccellenze del territorio. 

I primi tagli del nastro di Casa Romagna riguarderanno il bar al piano terra, gestito da Flora, e ‘La Marì’, la pizzeria al primo piano al cui timone sarà Renam Asirelli, volto noto de ‘La Marì d’Otello’ di via Isonzo. Il 16 dicembre il puzzle sarà completo con l’apertura dell’osteria al piano superiore che porta il nome dell’intero complesso.

Renam Asirelli, cosa l’ha spinta ad aderire al progetto di ‘Casa Romagna’?

"Il fatto che sia un progetto pensato per valorizzare le eccellenze del territorio, anche puntando su qualità e stagionalità. Sono valori che a ‘La Marì d’Otello’ abbiamo sempre portato avanti e che ritrovo qui, in accordo con le altre anime di ‘Casa Romagna’".

Cosa differenzierà ‘La Marì’ da ‘La Marì d’Otello’?

"Gli spazi ampi ci consentono di spingere di più a livello di attrezzature, quindi investiremo su innovazione e ricerca".

Si riferisce alle lievitazioni?

"Sì, implementeremo la lievitazione e la maturazione del prodotto. Abbiamo anche acquistato due ottimi forni di ultima generazione".

Quali saranno i prodotti che si troveranno in menù?

"Oltre alle pizze classiche, avremo quelle strettamente legate alla stagionalità, poi le pizze senza glutine, una selezione di fritti e anche una piccola sezione legata alla cucina".

Quindi farete anche ristorazione?

"Non proprio: avremo solo pochi piatti perché vogliamo essere accoglienti per tutti. Garantendo la presenza di un paio di proposte diverse dalla pizza consentiamo ai clienti anche di tornare una seconda volta nel giro di pochi giorni assaggiando qualcosa di diverso. Al piano sopra al nostro ci sarà l’osteria con una maggiore varietà di piatti in menù: il nostro obiettivo è coesistere garantendo servizi diversi e complementari".

‘La Marì d’Otello’ in via Isonzo, però, dopo l’alluvione non ha chiuso i battenti.

"No, a inizio del mese ha riaperto mio padre, sperando che l’acqua questa volta ci dia tregua. Buona parte dello staff de ‘La Marì d’Otello’ sarà in piazza Saffi, con qualche volto nuovo, perché il gruppo sarà più nutrito, dato che faremo apertura sette giorni su sette".

Sia a pranzo che a cena?

"Per ora solo a cena, poi si vedrà".

Del centro storico di Forlì si parla tanto, non sempre in termini positivi. Teme la sfida?

"Ammetto che qualche timore all’inizio l’ho avuto, ma sin da quando sono entrato per la prima volta nel palazzo me ne sono innamorato. Guardo fuori dalla finestra e vedo una piazza bella, viva e piena di gente. Abbiamo fatto tanto per portare la nostra impronta e, complice la posizione magnifica, penso che abbiamo dato vita a un locale magnifico. La paura iniziale c’è, ma noi ci crediamo".