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Astrattismo e made in Italy: arazzi, che magia

Dall’artigianato sardo a rischio estinzione all’intelligenza artificiale, ecco la mostra ‘Trame esplorative’ alla Fondazione Dino Zoli

Dall’artigianato sardo a rischio estinzione all’intelligenza artificiale, ecco la mostra ‘Trame esplorative’ alla Fondazione Dino Zoli

Dall’artigianato sardo a rischio estinzione all’intelligenza artificiale, ecco la mostra ‘Trame esplorative’ alla Fondazione Dino Zoli

La Fondazione Dino Zoli (viale Bologna 288) ospita fino al 16 marzo ‘Trame esplorative: un viaggio attraverso l’arazzo’, una mostra che esplora l’evoluzione dell’arte dell’arazzo dagli anni Cinquanta ad oggi. L’esposizione permette di apprezzare le opere di artisti affermati tra cui Sonia Delaunay, Gino Severini, Alexander Calder, designer come Nathalie du Pasquier e stilisti come Antonio Marras. Inoltre, sono presenti arazzi di artigiani contemporanei quali Omar Galliani, Maurizio Donzelli e Stefano Arienti. ‘Trame esplorative’, curata da Nadia Stefanel, offre uno sguardo originale sulla tessitura come linguaggio espressivo visivo.

"L’arazzo è un medium capace di unire tradizione e innovazione. Il filo conduttore delle opere è l’astrattismo. Questo percorso – sottolinea la curatrice – attraversa l’Italia, dalla Lombardia con l’Arazzeria di Esino Lario e l’Arazzeria di Elio Palmisano, all’Abruzzo con l’Arazzeria Pennese, includendo anche incursioni europee come quelle degli Ateliers Pinton. Il risultato è uno spazio di riflessione che celebra la ricchezza del Made in Italy, valorizzando opere che, nel tempo, continuano a raccontare storie e a ispirare nuove generazioni". Tra i prestatori anche lo Studio Pratha che ha traghettato l’arte della tessitura tradizionale del piccolo paese di Sarule, nel cuore della Barbagia in Sardegna, verso la contemporaneità.

Le opere esposte, ‘A Diosa’ e ‘I danzatori di stelle’, sono grandi arazzi colorati dove il telaio è una tela bianca su cui le mani danzano, intrecciando fili di storia. "Studio Pratha – spiega Graziella Carta, una delle fondatrici – è un gruppo intergenerazionale che unisce designer e tessitrici dai 30 ai 90 anni. Questo tipo di artigianato artistico rischiava di scomparire perché non ha più mercato. Abbiamo deciso di riportarlo in vita orientandoci verso un’estetica più moderna". Dal 2017 ad oggi, le sei artigiane sarde, custodi di quest’arte, hanno prodotto circa 130 opere. "Viene utilizzata solo lana di pecora della nostra terra, che non ha impatto energetico e si utilizza una tecnica di tessitura su telaio verticale, praticata senza ausilio di strumenti meccanici. Questo comporta tempi più lunghi: le tessitrici, infatti, riescono a realizzare solo pochi centimetri al giorno".

Il percorso si conclude con l’arazzo ‘Metapolis’ di Francesca Müller, che unisce la complessità della tessitura artigianale con grafiche ispirate dall’intelligenza artificiale. "Recentemente – spiega l’artista, che vive ad Amsterdam ed è disegnatrice di tessuti industriali – ho ammirato molti arazzi in diverse esposizioni internazionali e ho pensato di cimentarmi con questa tecnica. Insieme all’intelligenza artificiale ho creato il disegno dando una serie di comandi basati sul mio gusto personale. Il motivo esplora un contrasto tra architettura e natura, pur rimanendo nell’ambito dell’astrazione. Molti hanno paura che l’Ai possa prendere il nostro posto, invece, credo possa aiutare a potenziare le tecniche artistiche".

La mostra è aperta da martedì a giovedì 9.30-12.30; venerdì, sabato e domenica anche 16.30-19.30. Ingresso libero.

Info: www.fondazionedinozoli.com.

Valentina Paiano