
Gessica Allegni, sindaca di Bertinoro, lascia per un incarico regionale. Elezioni anticipate in primavera per scegliere il successore.
Era l’estate del 2021, la pandemia Covid aveva prolungato il mandato di Gabriele Fratto di alcuni mesi e si sarebbe andati al voto in ottobre. Da tempo – anche se non ufficialmente – il Pd pensava di non ricandidare il sindaco uscente, che era anche presidente della Provincia. Probabilmente il punto più basso di un Partito democratico bertinorese che sembrava allo sbando, tanto che a spuntarla, tra il sindaco uscente e il vicesindaco Mirko Capuano, fu proprio lei, Gessica Allegni, che all’epoca era iscritta in un minuscolo movimento di sinistra, E’Viva, e nonostante ciò fu candidata e vinse.
Sono passati solo tre anni, ma i bertinoresi saranno chiamati, probabilmente la prossima primavera, ad eleggere un nuovo sindaco, visto che Gessica Allegni, nominata assessora regionale alla cultura deve lasciare a metà mandato. La scadenza, fissata pochi giorni fa dal Ministero, sarebbe stata nella primavera 2027.
Non è la prima volta che un mandato termina in maniera accidentata a Bertinoro. Detto del caso Fratto, nel dicembre del 2000 si interruppe dopo un solo anno il secondo mandato di Giancarlo Zeccherini. Dopo di lui, nel 2001, fu eletta Ariana Bocchini, ovvero la mamma di Gessica. Oggi Allegni si insedierà ufficialmente nella legislatura regionale che comincia con il primo consiglio. Non si è formalmente ancora dimessa da sindaca di Bertinoro. Ieri, nel municipio di piazza della Libertà, si stava studiando il caso: si cerca di capire se l’addio dovrà essere formalizzato proprio oggi oppure se la legge consente più tempo.
Stando alle prime dichiarazioni ufficiali della stessa sindaca, il nome del candidato per la maggioranza dovrebbe arrivare nelle prossime settimane "dopo un confronto con la coalizione che mi ha sostenuto fino ad ora", facendo affidamento su "una squadra di giunta molto compatta". Forse proprio da questo indizio si potrebbe partire per individuare chi potrebbe succederle come candidata. Si parte al femminile, perché la vicesindaca è Elisa Leoni, la più votata alle scorse amministrative in seno alla maggioranza e già al secondo mandato come assessora. Lei è in quota Pd, che sul colle significa almeno quattro elettori su dieci (alle recenti regionali la coalizione di de Pascale si è assestata al 61,5%, con il Pd al 47,3%) e un numero di iscritti tornato a crescere. A differenza di quanto prevedeva la legge un tempo, con l’arrivo di un commissario prefettizio, la Leoni dovrebbe essere anche colei che regge il municipio da qui al voto.
Altri possibili candidati: Filippo Scogli, che era segretario dem ai tempi di Fratto, attuale assessore ai lavori pubblici. Suggestiva l’ipotesi Sara Londrillo, al secondo mandato con i Verdi (cultura e scuola).
E l’opposizione? Proprio due settimane fa si è spaccata, creando due gruppi in consiglio comunale. Fra i nomi che circolano si fa spesso quello di Gabriele Lolli, mister preferenze nel 2021: è di area centrista, da valutare se possa ricompattare l’alternativa al centrosinistra.
Altro riassetto in Provincia, dove però il passaggio sarà più semplice. "Nella seduta del 23 dicembre – spiega il presidente di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca, che si complimenta con la sua ex vice – procederemo con la surroga della prima non eletta, la sindaca di Mercato Saraceno Monica Rossi a cui verra trasferita anche la delega di Gessica allo sviluppo economico. Per la vicepresidenza la affideremo a uno dei tre componenti forlivesi, quindi Roberto Cavallucci o Milena Garavini o Michele Valli. Lo decideremo insieme".