REDAZIONE FORLÌ

Cambiamenti climatici e rischio siccità. Ha preso il via il progetto europeo Primes

La società dell’acquedotto della Romagna ha ospitato gli incontri che hanno aperto ufficialmente i lavori.

Il gruppo dei partecipanti agli incontri di Romagna Acque (uno a. Forlì e uno a Capaccio) per l’apertura del progetto Primes, esperti provenienti oltre che da varie parti d’Italia anche da diversi Paesi europei

Il gruppo dei partecipanti agli incontri di Romagna Acque (uno a. Forlì e uno a Capaccio) per l’apertura del progetto Primes, esperti provenienti oltre che da varie parti d’Italia anche da diversi Paesi europei

Romagna Acque consolida la sua attività internazionale come partner di progetti di portata europea dedicati ai vari aspetti della gestione idropotabile e più in generale al rapporto dei territori coi cambiamenti climatici. La società ha infatti ospitato, con un incontro svoltosi a Forlì e uno al centro operativo di Capaccio (Santa Sofia), una delegazione del progetto europeo ‘Primes’, finanziato dal programma Interreg IV: progetto di cui Romagna Acque è partner con diverse altre realtà provenienti da diversi Paesi dell’area adriatico-ionica (Croazia, Serbia, Montenegro, Bosnia, Grecia).

Gli incontri ospitati in Romagna rappresentavano l’avvio ufficiale del progetto che ha, come obiettivo, la realizzazione di un piano strategico e tecnologico per l’adattamento della Regione adriatico-ionica al cambiamento climatico e per dotarla di un comitato per fronteggiare la siccità. All’interno del progetto, della durata di 30 mesi, è prevista l’istituzione di Comitati locali sulla siccità, che siano garanti per lo sviluppo delle comunità locali. "Fulcro del progetto e obiettivo finale sarà la creazione nei territori coinvolti – precisa il presidente Tonino Bernabè - della rete Primes; un sistema di monitoraggio (già utilizzato da governi, organizzazioni internazionali, istituti di ricerca e aziende) con informazioni e linee guida e con Alert, aventi come obiettivo finale la messa in sicurezza delle attività delle comunità locali dell’area Adriatico-ionica".