
Le condizioni dell’area dopo l’alluvione del 2023 sono tornate al centro del dibattito tra il sindaco Billi e la minoranza Insieme per crescere
Il parco fluviale di Castrocaro finisce al centro di un botta e risposta tra il gruppo consiliare di minoranza Insieme per crescere e il sindaco Francesco Billi. Oggetto del contendere lo stato in cui versa la grande area verde.
"Mentre Santa Sofia ottiene un finanziamento di 210mila euro dai fondi Pnrr per valorizzare il proprio parco fluviale, a Castrocaro la situazione resta drammaticamente ferma – la premessa dei consiglieri Marianna Tonellato, Mirca Minati e Alessandro Piazza –. Il nostro parco è ancora nelle stesse condizioni lasciate dalla tragica alluvione del maggio 2023. Anzi, in paese si vocifera che l’amministrazione non abbia intenzione di eseguire i lavori di risanamento, ma voglia lasciare il parco come cassa di espansione, senza alcun ripristino".
Portando a esempio tutti gli altri Comuni alluvionati, che "hanno ormai recuperato i loro parchi fluviali", Insieme per crescere s’interroga sul futuro dell’area, invocando risposte e trasparenza. "I cittadini hanno il diritto di sapere se il parco tornerà a essere un luogo fruibile, o se resterà abbandonato. Può essere allo stesso tempo una cassa di espansione e un polmone verde per la comunità: le due cose non sono incompatibili".
Definito "inaccettabile" il silenzio dell’Amministrazione comunale, il gruppo di minoranza ricorda la vivacità che caratterizzava l’area intitolata al giudice Falcone prima del disastro del maggio 2023, "un punto di riferimento per l’economia locale", ogni weekend meta di "visitatori in bicicletta o a piedi, che poi sostavano nei centri storici, consumavano nei locali e acquistavano nei negozi". La squadra di Tonellato teme che un mancato intervento privi la cittadina di "un’importante risorsa ambientale ed economica". Considerazioni che il sindaco bolla come "dicerie fantasiose" prive di corrispondenze nella realtà, e che "alimentano allarmismi infondati".
Respinto il paragone con il parco di Santa Sofia, "in condizioni ottimali" perché "praticamente non interessato dall’alluvione", Billi illustra la "ben diversa" situazione in terra termale. "Le piene hanno disastrato gli argini che, per competenza, devono essere ripristinati dalla Regione – spiega –. In altre parole, con gli argini malridotti sarebbe da irresponsabili spendere centinaia di migliaia di euro pubblici che, al primo nubifragio, risulterebbero buttati letteralmente nel fiume". Smentita la paventata realizzazione di una cassa d’espansione al posto del parco, Billi fa il punto sulla situazione.
"Il Comune, subito dopo l’alluvione di maggio, operò un primo ripristino nelle zone di competenza e chiese alla struttura commissariale un contributo importante per il ripristino del parco fluviale, in attesa dei piani speciali – prosegue –. La prima cosa da fare, però, rimane mettere in sicurezza gli argini, e la Regione, competente per gli interventi fluviali, ha presentato nell’autunno 2024, tramite la vicepresidente Irene Priolo, un progetto che comprende anche il tratto del fiume Montone che attraversa il nostro parco, prevedendo difese spondali, rimozione di materiale vegetale e riprofilature dell’alveo".
Secondo Billi, a dispetto della "complessità della situazione e nell’auspicio di una prossima esecuzione dei lavori regionali, stiamo lavorando ad un ripristino del parco compatibile con le nuove oggettive condizioni idrogeologiche e di sicurezza idraulica del territorio".