Cos’è cambiato in quasi 18 anni? Nel 2007 la denuncia di due coraggiose imprenditrici diede vita all’inchiesta Divanopoli. A fine 2024 abbiamo letto la notizia che undici lavoratori della Sofalegname, un’azienda di Forlì che produce intelaiature in legno per divani, hanno iniziato uno sciopero a oltranza denunciando condizioni di lavoro di semi-schiavitù. In base al loro racconto, il proprietario li costringe a turni di 12 ore al giorno, per 7 giorni alla settimana, pagandoli meno di 5 euro l’ora. Dunque le condizioni di sfruttamento e di lavoro sottopagato sono ancora all’ordine del giorno.
Quali sono le responsabilità di associazioni di categoria e istituzioni? I controlli nel settore del mobile imbottito vengono fatti? Almeno, rispetto alla precedente vicenda, si è arrivati a un accordo sindacale, ma non possiamo dimenticarci ciò che avvenne in passato, quando Forlì salì alla ribalta (in negativo) delle cronache nazionali. Come associazione di categoria, facciamo continue sollecitazioni in materia di sicurezza e legalità. I controlli devono essere costanti: o si rispettano le regole o la si paga cara. Non vogliamo diventare la terra di nessuno. Per questo chiediamo se si stia facendo tutto il possibile per evitare come quello della Sofalegname.
Alberto Zattini, direttore Confcommercio Forlì