FRANCESCA MICCOLI
Cronaca

Economia in lutto. Addio a Gherardi: anche il Medio Oriente gli aprì le (sue) porte

Quasi 97enne, viveva a Castrocaro: domani l’ultimo saluto. La Gierre di Dovadola lavorò per i capi di Stato d’Arabia e Siria. Negli anni ’70 in quei paesi fatturò fino a 30 milioni di dollari.

Economia in lutto. Addio a Gherardi: anche il Medio Oriente gli aprì le (sue) porte

Economia in lutto. Addio a Gherardi: anche il Medio Oriente gli aprì le (sue) porte

L’imprenditore Egidio Gherardi se n’è andato nella notte tra sabato e domenica a Villa Serena, a Forlì, dove era ricoverato a seguito della rottura di un femore. Era il fautore del miracolo Gierre, impresa che negli anni Sessanta e seguenti proiettò il nome di Dovadola nel mondo. Un’azienda che oltre a regalare fama al paese, diede lavoro a un’intera vallata formando persone prive di professionalità e sottraendo alla miseria tante famiglie.

Socio della Fondazione Carisp, già presidente degli industriali di Forlì a metà degli anni Ottanta, Gherardi da tempo risiedeva a Castrocaro e il 4 luglio avrebbe compiuto 97 anni. Recentemente, sentendo che si stava "facendo sera", aveva manifestato il desiderio di rivisitare il passato, per rendere omaggio alle centinaia di lavoratori che avevano contribuito al successo della Gierre, seconda azienda in Italia a conseguire la certificazione per le porte antincendio, divenute obbligatorie per legge in alberghi e strutture recettive. Il riconoscimento, frutto di un lungo e oneroso processo di ricerca, fu all’origine di una crescita costante per l’impresa, in particolare nel mercato mediorientale. "Anche e soprattutto per l’impegno e alla professionalità di mio figlio Roberto, architetto", ripeteva spesso Egidio.

Il primo colpo grosso fu l’appalto per le porte e gli arredi della moschea dell’università di Riyad, una commissione da un miliardo e trecento milioni, a cui fecero seguito i lavori per la Casa reale Saudita, per i palazzi del Re (500 stanze!) alla Mecca e quello presidenziale in Siria, l’edificio dei congressi in Senegal e il Palazzo dell’Onu in Etiopia. Nel solo Medio Oriente, Gierre superò i 30 milioni di dollari di fatturato. Egidio ricordava con orgoglio che "a fronte di certi numeri qualcuno pensò che Gherardi avesse perso la testa". E un giornale titolò ‘Incredula la Romagna’. Alle radici dell’epopea Gierre, oltre alla serietà professionale, la capacità di entrare in sintonia con i clienti: centinaia i committenti – compresi rappresentanti istituzionali e magnati – che furono ospiti nella casa di campagna di Gherardi a Dovadola, accolti dalla moglie Maria, "una donna straordinaria, dalla classe innata". E proprio la scomparsa della consorte, due anni fa, aveva profondamente provato l’imprenditore.

Lucidissimo, eloquio brillante e penna altrettanto illuminata, il 96enne era solito camminare per Castrocaro per scambiare qualche battuta con i passanti, dispensando le consuete cordialità e cortesia. A dispetto dell’età avanzata, era animato ancora da spirito propositivo e recentemente aveva suggerito ai sindaci della vallata di organizzare un convegno per un approfondito esame dello stato del territorio, invitandoli a unire le forze per avere più influenza e credibilità al cospetto degli enti superiori. A maggior ragione dopo l’alluvione di un anno fa.

Il funerale di Gherardi, già componente del consiglio provinciale della Banca d’Italia, della giunta della Camera di Commercio e del Consiglio di amministrazione di Romagna Acque S.p.A., si svolgerà domattina: alle 9.30 la partenza dalla camera mortuaria dell’ospedale Morgagni-Pierantoni per la chiesa dei santi Nicolò e Francesco di Castrocaro.