SOFIA VEGEZZI
Cronaca

Explodance, ecco Kledi: "Ragazzi, per danzare serve determinazione"

Il grande ballerino ospite domenica della scuola di via Grigioni "Giovani abituati ad avere tutto subito, ci vogliono costanza e pazienza".

Il grande ballerino ospite domenica della scuola di via Grigioni "Giovani abituati ad avere tutto subito, ci vogliono costanza e pazienza".

Il grande ballerino ospite domenica della scuola di via Grigioni "Giovani abituati ad avere tutto subito, ci vogliono costanza e pazienza".

Domenica 19 gennaio arriva a Forlì il ballerino Kledi Kadiu, per uno stage organizzato dalla scuola di danza forlivese Explodance. Le occasioni per incontrare il celebre coreografo e partecipare ad una sessione di danza in stile moderno con lui saranno due: dalle 15.30 alle 16.45 per il livello principiante, e dalle 17 alle 18.30 per i livelli intermedio e avanzato, entrambi nella sede di Explodance in via Carlo Grigioni 3 (per informazioni e prenotazio: 331.8635857; info@explodance.com).

A seguire, ci sarà un’intervista a Kledi insieme alla direttrice artistica della scuola Enrica Ferretti, che ha organizzato questo workshop con la collaborazione dell’insegnante di danza moderna Michela Lanza Volpe. "L’idea di invitare Kledi nasce per ampliare la disciplina della danza moderna all’interno di Explodance – spiega Ferretti –. È vero che esiste da tanti anni, ma non è diventata obsoleta, anzi è in grado di trasmettere emozioni e approcci diversi in base a chi la insegna, dunque il fatto di avere da noi una figura come Kledi può far capire ai nostri allievi l’importanza di padroneggiare le numerose sfaccettature di questa disciplina".

Su questa scia, nel corso dell’anno Explodance organizzerà un altro workshop, con il ballerino hip hop Emanuel Lo. Ferretti ha fondato la scuola 24 anni fa, appena 18enne: "Ho iniziato con un corso per neofiti di hip hop, ambito in cui mi sono diplomata, e poi la passione è stata talmente tanta che negli anni si sono aggiunti sempre più corsi e discipline. Ad oggi siamo 650 iscritti, con 24 insegnanti".

In occasione della sua prima visita a Forlì, Kledi ha risposto ad alcune domande sulla sua carriera e sulla sua esperienza nell’insegnamento della danza moderna.

Kledi Kadiu, il grande pubblico ha imparato a conoscerla e a stimarla grazie al talent show ‘Amici’, prima in veste di professionista e poi di docente. Cosa le ha lasciato l’esperienza televisiva?

"Come ogni esperienza, che sia televisiva o teatrale, è sempre un’esperienza di vita. Sono stato fortunato ad essere uno dei primi professionisti ad essere contattati quando è nato il talent, nel 2001. Inizialmente nessuno sapeva come il pubblico avrebbe reagito: con il tempo le generazioni sono cambiate, la danza si è evoluta, così come gli alunni che partecipano, ma è stato sempre tutto positivo per me. Ho avuto tanto da quel programma, gli sono molto riconoscente".

Oggi continua a insegnare ai ragazzi: quanto è difficile nella società attuale trasmettere la dedizione e il sacrificio necessari alla vita del ballerino?

"Non si può mai prevedere cosa avrà successo e cosa no: per questo i ragazzi devono essere orgogliosi per il lavoro che hanno fatto, per il tempo che hanno dedicato. Il tempo è sicuramente un elemento delicato per i giovani oggi, perché sono abituati, con l’esempio che danno i social, ad avere il massimo risultato nel minor tempo possibile. Ma nella danza, e nella vita, non è possibile: ci vogliono anni di crescita. Ciò che cerco di trasmettere loro sono la pazienza e la determinazione, anche perché la danza, indipendentemente dai risultati che si raggiungono, trasmette dei valori importanti: la condivisione, la socializzazione, il dedicarsi a qualcosa di reale distaccandosi dagli schermi".

E in base alla sua esperienza, i giovani con cui lavora recepiscono questo messaggio?

"Di solito sì, ma poi bisogna vedere la costanza. La loro soglia dell’attenzione è spesso breve, per cui hanno molto bisogno di lavorare sul lungo periodo, altrimenti i risultati nella danza non si raggiungono. In questo è importante anche l’educazione che danno i genitori, nell’insegnare loro a distinguere la vita reale da ciò che vedono online, e a mantenere le priorità della vita, come la famiglia e la scuola. Oggi il talento non sono più le doti fisiche, ma l’intelligenza mentale, la consapevolezza di saper lavorare nel lungo tempo sulla propria prestanza fisica".

Quale consiglio darebbe oggi a un giovane desideroso di affermarsi in questo campo?

"Il mio consiglio è molto semplice: coltivare quello che ti piace. Poi, lo dimostrerà il tempo: se hai veramente la stoffa per andare avanti, se i tuoi genitori ti supportano, se l’accademia ti dà una formazione corretta. Io al tempo stesso imparo molto da loro, ad innovarmi, a sperimentare nuove forme e metodi d’insegnamento, a mettermi in gioco: giro molto per l’Italia con i miei workshop, che mi danno l’opportunità di conoscere diverse culture e personalità".