"Il Neorealismo mise radici in quegli anni"

Inaugurata con successo a Predappio la mostra su cinema e propaganda: all’epoca del regime operavano già grandi registi

"Il Neorealismo mise radici in quegli anni"

"Il Neorealismo mise radici in quegli anni"

Tra la curiosità e l’interesse di tanti intervenuti, ha aperto lo scorso 23 marzo il nuovo percorso espositivo allestito alla Casa natale Mussolini di Predappio, dal titolo ‘Il cinema italiano e il regime. Dalla canzone dell’amore a Salò’. Per il sindaco Roberto Canali "è una grande soddisfazione inaugurare la mostra la settimana prima di Pasqua, rispettando la tradizione. Nonostante le festività anticipate, questo è stato possibile grazie all’impegno del vicesindaco Luca Lambruschi, dei consiglieri, degli uffici e dei volontari, che permetteranno ai visitatori di accedere alle sale fino al 6 gennaio 2025 (info: 0543.921711)".

Spiega il vicesindaco e assessore alla cultura Luca Lambruschi: "Non è sempre facile trovare un’idea nuova che possa interessare. Riprendendo il filo dalla mostra di anno scorso, che già dedicava spazio al tema della propaganda, esploriamo qui una delle sue sfaccettature, cioè il rapporto tra cinema e regime. Per farlo, abbiamo accolto con piacere la proposta del Centro Studi Ricerche Espressive di Pistoia. Predappio è nata per la propaganda: questa mostra arriverà fino al 2025, anno nel quale si celebra il centenario della città, dalla posa delle prima pietra di Santa Rosa, avvenuta il 30 agosto 1925. Parallelamente, anche il cinema è stato un’arma che il fascismo ha adoperato per la propaganda".

Per Carlo Vanni Menichi, presidente del Centro Studi Ricerche Espressive di Pistoia, "l’esposizione potrebbe essere un’idea per il futuro di Predappio. La città è legata fortemente agli anni ’30 del Novecento: quel periodo è erroneamente ritenuto statico dal punto di vista dell’avanzamento delle idee. Su tante espressioni artistiche dell’epoca, compreso il cinema, è stata messa una pietra tombale. Seguendo l’allestimento di Casa natale Mussolini, ci si renderà conto, invece, che il Neorealismo del dopoguerra affonda le radici negli anni ’30. Non solo: chi ha reso grande il cinema italiano operava già in quel contesto storico. De Sica, Rossellini, Antonioni sono legati a Vittorio Mussolini, che li accolse nella sua rivista ‘Cinema’ benché non appoggiassero direttamente il regime, perché tutte le idee servivano per progredire. Il cinema italiano ha avuto spazi e possibilità di comunicare in quel contesto, pur con tutti i suoi grigi. Predappio ha il dovere di proporre manifestazioni che riportino ad una lettura critica di quegli anni". La rassegna va dalla propaganda che il regime fascista esercitò tramite l’utilizzo dei mezzi di comunicazione di massa, alla nascita del complesso cinematografico di Cinecittà, fino al rapporto tra la famiglia Mussolini, fra cui Benito, e il cinema e i protagonisti dell’epoca, dalla Canzone dell’Amore a Salò, compreso un percorso dedicato alla storia architettonica di Predappio.

Quinto Cappelli