REDAZIONE FORLÌ

In Duomo i testimoni di Annalena: "L’amore nasceva dalla preghiera"

A 21 anni dalla sua uccisione, il vescovo emerito di Mogadiscio e una suora hanno ricordato la missionaria

A 21 anni dalla sua uccisione, il vescovo emerito di Mogadiscio e una suora hanno ricordato la missionaria

A 21 anni dalla sua uccisione, il vescovo emerito di Mogadiscio e una suora hanno ricordato la missionaria

"Annalena si sentiva attratta sia dalla vita eremitica che dalla vita attiva della carità. Alla fine prevalse la vita attiva, ma non abbandonò mai la preghiera: per lei era veramente nutrimento della sua vita", così mons. Giorgio Bertin, già amministratore apostolico di Mogadiscio e vescovo emerito di Gibuti, ha ricordato la missionaria forlivese Annalena Tonelli nel 21° anniversario della morte. La veglia si è svolta sabato in Duomo ed è stata presieduta dal vescovo di Forlì-Bertinoro Livio Corazza.

"Annalena ci insegna che la preghiera non è una perdita di tempo, non ci allontana dall’umano, ma ci apre ai nostri simili con il cuore e la mente di Dio", ha aggiunto Bertin, che ha anche raccontato dei tanti incontri avuti con la Tonelli in Africa, in particolare a Mogadiscio. Qui, nei primi anni Novanta, Annalena si appoggiava al villaggio Sos in cui erano presenti le suore della Consolata che lavoravano nel piccolo ospedale. "Durante quel periodo incontrai spesso Annalena, che aveva aperto in città delle cucine per la gente che moriva di fame e, quando poteva, partecipava con le suore alla celebrazione della messa". La veglia, dal titolo ‘La preghiera di Annalena’, è stata proposta dall’Ufficio missionario diocesano, dal Comitato per la lotta contro la fame nel mondo e dalla compagnia ‘Quelli della Via’. Era presente anche il gonfalone del Comune di Forlì con l’assessora al welfare Angelica Sansavini, mentre Sauro Bandi, direttore dell’ufficio missionario diocesano, ha portato il saluto: "Annalena ha pregato per accedere alla fonte dell’amore e mettersi al servizio dei poveri, di quelli che lei chiamava ‘brandelli di umanità ferita’".

È stato poi letto un brano tratto da una lettera di Annalena del 1970, in cui tra l’altro la missionaria afferma: "Non c’è più soluzione di continuità fra il mio lavoro e la mia preghiera, fra la mia lotta per il progresso dell’uomo, del mondo e dell’universo intero e la ricerca di Dio, la mia sete di Lui, la mia fame di Lui, ed è allora che tutto si trasforma, che la vita diventa autenticamente una appassionata avventura d’amore".

È intervenuta anche Agata Riva, monaca della Piccola Famiglia della Resurrezione, amica di Annalena e per undici anni sua compagna di missione in Somalia: "Ci ha unite l’amore a Dio e al prossimo, che abbiamo coltivato in tante ore e in tante giornate di preghiera e di silenzio. Da quei tempi di preghiera non vedevamo l’ora di partire con il desiderio e lo struggimento di portare Dio ai poveri". Sono state poi spente le luci della Cattedrale per alcuni minuti di silenzio mentre venivano accese le candele che i presenti tenevano in mano e sono state raccolte offerte per sostenere il progetto ‘Tra gli angeli di Wajir’, località del Kenya in cui Annalena operò. Al termine, Corazza ha chiesto di aderire all’appello di Papa Francesco: oggi preghiera e digiuno per la pace.

Alessandro Rondoni