
Successo per storica manifestazione che celebra il tradizionale tortello di Tredozio. Pienone anche nei ristoranti della zona
Oltre duemila persone da tutta la Romagna hanno partecipato domenica a Tredozio alla Sagra del Bartolaccio, una delle più antiche dell’Appennino, che quest’anno ha raggiunto la 58ª edizione, seconda solo alla Sagra della Castagna di Premilcuore (che si svolge da 60 anni) e iniziata un anno prima della Sagra del Tartufo di Dovadola, che nelle due domeniche precedenti ha tagliato il traguardo della 57ª edizione.
Organizzata dalla Pro loco e dal Comune, la Sagra del Bartolaccio, è stata animata da oltre 50 volontari nell’organizzazione e agli stand gastronomici, che hanno cotto e venduto oltre 4.000 bartolacci (se si calcola due a testa, quasi tutti i partecipanti li hanno assaggiati), 600 polente al ragù, 300 piatti di paciarèla (polenta con pancetta e fagioli) e "dolci di castagne a ruba", come raccontano gli addetti alla vendita delle specialità, fra cui le caldarroste.
Commenta il presidente della Pro loco, Matteo Bendoni: "Siamo molto contenti che sia arrivata tanta gente per gustare le nostre specialità. Sono state frequentate anche altre iniziative legate all’ambiente, come per esempio la visita guidata per il paese e l’escursione organizzata dai titolari del rifugio Casa Ponte". Soddisfatti anche gli operatori turistici di ristoranti e agriturismi della zona, che hanno lavorato molto nel weekend. La giornata, animata da musicisti di strada, è stata favorita anche dalla buona stagione.
Il bartolaccio, in dialetto ‘bartlàz’ (dalla forma dell’orecchio), è una specialità della tradizionale cucina montanara, fatto con una sfoglia di farina e acqua, riempita a mo’ di calzone o mezzaluna con un ripieno di patate lessate, pancetta, parmigiano di 24 mesi, pepe e sale, "con l’aggiunta dei segreti delle azdòre del paese". In passato era il cibo che i taglialegna e i carbonai portavano con sé nel bosco, crudo dentro il tascapane, e poi cuocevano a pranzo su lastre di sasso riscaldate sul fuoco, da cui anche il nome di tortello sulla lastra, che però è di forma quadrata e spesso cambiano gli ingredienti.
L’elogio al tortello sulla lastra arriva anche da Davide Paolinii, giornalista enogastronomico, originario di Galeata, della rubrica ‘A me mi piace’ dell’inserto Domenicale del Sole 24 Ore della stessa di domenica: "Il tortello sulla lastra, straordinario piatto cult dell’Appennino romagnolo, che si mangia con il raveggiolo, laddove la Romagna confina con la Toscana. Un piatto che crea una linea di demarcazione gastronomica, tra la Romagna dei territori riminesi, ravennati e forlivesi, il cui must è la piadina e, appunto, il tortello sulla lastra". Domenica prossima (10 novembre) la Sagra del Bartolaccio farà il bis.