
I danni della grandine
Forlì, 5 giugno 2024 – Ha colpito come una raffica per almeno venti minuti e ha lasciato sul terreno, letteralmente, intere produzioni di frutta, ha frantumato vigneti e prodotti dell’orto: è tempo di bilanci dopo la grandine di sabato 25 maggio, che ha colpito duramente i campi. Confagricoltura, nell’immediatezza dei fatti, aveva stimato 80 milioni di euro di danni in tutta la Romagna. Le zone più danneggiate, nel Forlivese, sono state Villanova e Villagrappa.
Marilena Portolani è la titolare dell’azienda agricola ‘Le Valli’, un’area di due ettari proprio a Villagrappa, che confina con i quattro che costituiscono l’appezzamento del figlio. Vento e chicchi di ghiaccio hanno lasciato sotto agli alberi uno strato di ciliege; le albicocche e le pesche, sui rami, hanno lesioni di quasi due centimetri, intorno alle quali, a distanza di qualche giorno dall’evento, il frutto sta marcendo. La vigna è a terra, come se fosse stata mitragliata.
Quattro mattine a settimane, Marilena sta con il suo banco al mercato coperto di piazza Cavour, ma, da qualche giorno, espone solo poche verdure. "Abbiamo perso il 98% della produzione, con un danno di almeno 50mila euro, cioè tutto il fatturato annuale. Il raccolto della frutta di quest’anno e dell’anno prossimo è andato completamente perso. Si è salvata solo la verdura che abbiamo in serra: per riavere quella coltivata fuori, ci vorranno mesi". Insomma, l’alluvione è distante più di un anno ma i danni provocati dal maltempo non sono finiti: eventi estremi possono ripetersi, se non con le abbondanti piogge con altri fenomeni meteorologici comunque devastanti.
Nessuna risposta, finora, da parte delle istituzioni o delle associazioni di categoria. "Non ci hanno ancora prospettato niente in termini di risarcimenti – continua Marilena –. L’ultima proposta da parte della Coldiretti è stata quella di fare una richiesta come se fossimo alluvionati. Ma non penso che sia la procedura giusta, perché non lo siamo". Non è una persona che si scoraggia facilmente Marilena, ma, racconta, "guardo il mio terreno e a volte mi viene da piangere".