
Romagna, niente aumento dei seggi in Regione . Respinta la riforma promossa da Pompignoli: "Noi sottorappresentati, faremo ricorso al Tar"
La Romagna, anche nella prossima assemblea legislativa, sarà sottodimensionata a livello di consiglieri. E’ saltato, infatti, l’accordo bipartisan promosso dal consigliere leghista, Massimiliano Pompignoli e dalla dem Manuela Rontini, che andava verso un adeguamento della legge elettorale per una maggiore rappresentanza della compagine romagnola in proporzione alla popolazione. In poche parole: la Romagna conta un quarto della popolazione regionale, dovrebbe contare un quarto dei consiglieri regionali, invece al momento sono 9 su 50. Una battaglia che aveva trovato il voto favorevole del consiglio comunale a Forlì e della Provincia di Forlì-Cesena.
L’ordine del giorno arrivato in aula a Bologna è naufragato all’ultimo momento, così come un secondo documento presentato sempre da Pompignoli. Il documento, emendato dalla capogruppo dem Marcella Zappaterra, ha visto togliere i riferimenti alle richieste approvate dai consigli comunali di Forlì, Cesena, Rimini e Ravenna, così come è stato tolto l’impegno a provvedere ‘tempestivamente’ a verificare la presenza di ‘eventuali possibili squilibri territoriali nel rapporto tra eletti e popolazione’, con un’eventuale ‘modifica legislativa’. In poche parole: si valuterà, ma nella prossima legislatura, non nei pochi mesi che mancano al voto regionale, previsto per l’autunno. Emendamenti non accettati da Pompignoli, che mantiene al voto il testo originario incassando anche alcuni voti (romagnoli in particolare) da parte della maggioranza.
Al voto si arriva in un clima sempre più acceso, che ha portato ad una sospensione dell’aula e trovato divisioni anche in campo leghista. Un voto che potrebbe avere strascichi legali, come ventilato dallo stesso Pompignoli. "Come Lega siamo già pronti a impugnare il provvedimento davanti al Tar - afferma -, perché l’emendamento del Pd è totalmente illegittimo, nella forma e nella sostanza". Già in aula si era rivolto ai banchi del centrosinistra "Vi voglio vedere a prendere i voti in Romagna ora. Non volete tre seggi in più per la Romagna perché sarebbero tre in meno per l’Emilia". Accusa rispedita al mittente dal Dem, Giuseppe Paruolo. "Se la legge penalizza le province più piccole questo non vale solo per la Romagna".
"Prendiamo atto che il Pd - commenta fuori dall’aula Pompignoli -, ancora una volta, volta le spalle alla Romagna e all’indirizzo scaturito in questi mesi dai consigli comunali e dai suoi stessi consiglieri. Nei Comuni la sinistra vota in un modo e in Regione in un altro. Il risultato è che alle prossime elezioni la Romagna continuerà ad essere sottorappresentata in ogni formazione politica. Abbiamo sempre detto, infatti, che questa battaglia non ha colore politico e che c’è un dato oggettivo: abbiamo più di un quarto dei residenti, ma esprimiamo solo 9 consiglieri su 50. Durante le trattative con i colleghi della maggioranza si è tentato di giungere a un provvedimento condiviso, anche ridefinito sulla base di alcune priorità, ma le proposte di modifica avanzate dal Pd sono risultate irricevibili perché snaturavano l’impegno stesso del provvedimento".
Matteo Bondi