MAURIZIO BURNACCI
Cronaca

Saluti romani a Predappio, tutti assolti. Altro verdetto pro-nostalgici: “Ora qualcuno ci chieda scusa”

Per il centenario della marcia su Roma, il 30 ottobre del 2022 vennero accusati in 12. Oggi tutti scagionati, dopo la pronuncia della Cassazione. Esulta l’avvocato Minutillo

Saluti romani a Predappio: oggi tutti assolti

Saluti romani a Predappio: oggi tutti assolti

Forlì, 13 settembre 2024 – Per il centenario della marcia su Roma (30 ottobre 2022), Predappio freme. La folla preme. Gli organizzatori si esaltano: "Siamo in 3mila". Il contraltare ufficiale smussa l’enfasi: "Qualche centinaio". Al di là del pallottoliere, Predappio, paese natale del duce, è una fermentazione a distesa di camicie nere. Nostalgici estasiati. Un evento. Tanto che qualcuno veste da balilla pure il figlio di 13 anni. I saluti romani scattano a comando.

La voce da capopopolo ritma: "Camerata Benito Mussolini!". La massa risponde: "Presente!". La polizia filma tutto. E da quelle ore di euforia che distillano il passato e seducono il presente in un caleidoscopio in cui la concreta realtà quotidiana pare essere lontana anniluce, nasce un’inchiesta giudiziaria: 12 a processo per le presunte violazioni della legge Scelba (1952, sull’apologia di fascismo) e della legge Mancino (1993, contro l’incitamento all’odio razziale). Oggi l’epilogo della trama, grandemente annunciato: la sentenza del giudice monocratico di Forlì Andrea Priore, che dichiara il non luogo a procedere per insussistenza del fatto in favore di 12 imputati.

Tutto come previsto, data l’ormai stranota pronuncia della Corte di Cassazione del 18 gennaio scorso, che annullò la condanna nei confronti di 8 persone che avevano fatto il saluto romano durante un corteo commemorativo di estrema destra a Milano nel 2016: in relazione al saluto romano – è la sostanza delle successive motivazioni del verdetto – bisogna contestare il reato di apologia del fascismo previsto dall’articolo 5 della legge Scelba; solo e soltanto se si configurano gli estremi concreti del "pericolo di ricostituzione del partito fascista", l’imputato va condannato. Sennò, va assolto. Così oggi i 12 imputati sono stati scagionati. Come già era successo, in tutta Italia, per tutti i procedimenti arrivati dopo la sentenza della suprema corte.

Gli imputati del giorno del centenario sbarcano a Predappio da diversisissimi territori: Forlì, Ravenna, Ferrara, Venezia, Padova, Treviso, Pordenone, Brescia, Firenze, Fermo. Tra loro anche Mirko Santarelli, all’epoca responsabile degli Arditi d’Italia, organizzatori dei raduni. Esulta l’avvocato Francesco Minutillo, difensore di Santarelli, che negli ultimi mesi ha visto assolvere diversi suoi assistiti: "L’accusa è stata stroncata alla prima udienza per totale infondatezza – precisa Minutillo –. Non siamo neppure andati a processo. Ora qualcuno dovrebbe chiedere scusa. Auspico quindi che non ci siano più atteggiamenti di insofferenza nei confronti dei partecipanti alle commemorazioni. Come ho detto più volte in passato: a Predappio si va per un rito religioso-spirituale, per commemorare una persona, non per fare politica".