
I lavoratori pakistani protestano contro turni massacranti e condizioni di lavoro inaccettabili nel Gruppo 8.
Prosegue lo sciopero ad oltranza di alcuni lavoratori pakistani per dire basta ad una "situazione di sfruttamento" in uno stabilimento di subforniture per il settore del mobile imbottito.
La protesta, iniziata sabato scorso davanti allo stabilimento di via Meucci, è continuata ieri anche davanti ai cancelli del "Gruppo 8" di via Gramadora, nella zona industriale. Sono 17 gli operai che scioperano, giunti da Prato con la promessa di un alloggio ed un posto di lavoro migliore rispetto a quello che avevano in Toscana. Riuniti dentro ad un gazebo "manifestano contro turni di 12 ore per 7 giorni la settimana – spiega Sarah Caudiero del sindacato Sudd Cobas –. Abbiamo chiesto un tavolo di confronto con l’azienda che fa parte del gruppo internazionale Htl con sede in Estremo Oriente. Chiediamo che la giornata lavorativa sia di 8 ore dal lunedì al venerdì, contratti a tempo indeterminato e che si interrompa la catena dello sfruttamento".
"Mentre fino a poco tempo fa – afferma Luca Toscano di Sudd Cobas – i lavoratori erano costretti a dormire in un magazzino senza riscaldamento e in condizioni di insicurezza, almeno ora si sono sistemati negli uffici dello stabilimento che sono puliti e con i servizi igienici". "Finora comunque – prosegue Sarah Caudiero – nessuna risposta da parte del Gruppo 8 alle nostre richieste per far terminare una situazione inaccettabile nel 2024".
"Ricordo anche – precisa il sindacalista Luca Toscano – che l’azienda, nel luglio scorso, ha subìto un’ispezione che aveva interrotto per un periodo l’attività lavorativa. Ma evidentemente la proprietà preferisce essere sanzionata piuttosto che risolvere la situazione". La Cgil è stata sul luogo della protesta nella giornata di domenica, offrendo la disponibilità ad affiancarli nella proseguo della vertenza.
"Ci battiamo infatti da anni – spiegano Maria Giorgini e Antonella Arfelli, segretaria generale Cgil provinciale e segretaria generale Fillea Cgil – per affermare la legalità e la dignità nel lavoro. Siamo di fronte a persone a cui non vengono garantite le tutele previste dal contratto nazionale di lavoro, a partire dal pagamento di tutte le ore lavorate e dal riconoscimento di ferie e malattia". Anche il M5Stelle di Forlì si è recato a dare sostegno agli operai "verificando una situazione di degrado – recita una nota – mista a rabbia. È importante proteggere il lavoro, anche perché i primi a rimetterci saranno proprio quegli imprenditori onesti che si vedranno superare da una concorrenza sleale che sfrutta le persone per abbattere i costi di produzione invece che investire sulle idee e sull’innovazione".