Albergatori in ginocchio: "Camere vuote"

La rabbia dei gestori: "Cene aziendali saltate, matrimoni e feste rinviati. Il Capodanno senza cenone è il colpo di grazia"

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di Mattia Grandi

Da zona arancione a gialla, ma per gli albergatori imolesi il bilancio del 2020 resta di colore nero. "L’umore in proiezione delle imminenti festività non è certamente dei migliori – spiega Mascia Galassi del Molino Rosso –. Per quanto riguarda le prenotazioni alberghiere questo periodo dell’anno non è mai stato dei più attivi ma con l’emergenza sanitaria in corso manca all’appello una parte della nostra clientela business".

Lavoratori oggi impegnati, per esempio, in modalità smart working e non solo. "Nessuna prenotazione nemmeno da parte di quei clienti in arrivo dalla Puglia per fare tappa a Imola prima di salire in montagna – confida -. Freno a mano tirato anche per il comparto di ristorazione interna. La gente è confusa, soprattutto alla luce delle specifiche legate alle sedute attorno allo stesso tavolo, e deciderà all’ultimo momento".

Sulla stessa lunghezza d’onda Flavio Dalmonte dell’hotel Ziò di viale Nardozzi: "Siamo aperti ad onor di firma per dare almeno una continuità di servizio – precisa –. Il telefono è muto e le poche prenotazioni di camere per le festività natalizie sono riconducibili a clienti abituali con parenti stretti in città. Uno scenario ben diverso rispetto alle 15-20 stanze occupate dello scorso anno". Nella conta manca anche l’indotto derivante dall’attivismo dei poli culturali e didattici del centro di Imola. "Teatro, Accademia Pianistica, Università e Baccanale sono i più eclatanti ma le stesse iniziative natalizie hanno generato in passato qualche pernottamento – conclude –. Ci si sforza di guardare con fiducia al futuro ma oggi parlano chiaro gli sguardi del nostro personale al momento della compilazione dei turni di lavoro settimanali. Ci vorrà almeno un anno per tornare, quantomeno, in linea di galleggiamento".

Non va meglio all’altezza di via Baruzzi, nel quartiere Pedagna, dove sorge l’hotel Donatello: "Le previsioni non sono delle più rosee – commenta Andrea Fabbretti dalle sale dell’omonimo ristorante –. Per Natale, inoltre, abbiamo sempre avuto una buona parte di clientela proveniente da fuori comune".

Non solo. "Sono saltate tutte le cene aziendali, tra limitazioni e budget risicati, e gli appuntamenti di Santo Stefano con alcune società sportive locali – prosegue la disamina -. Per non parlare dei ricevimenti per i matrimoni e le feste di compleanno". Con la mazzata finale legata al Capodanno: "Saltate anche le prenotazioni di fine d’anno di quei gruppi di ballo attratti dalla funzionalità dei nostri ampi saloni per effettuare stage di 4-5 giorni", confida.

Diverse le telefonate, soprattutto dai più giovani, per dribblare le regole della notte di San Silvestro. Per noi l’applicazione delle disposizioni vigenti è un elemento ferreo, limitiamo i danni ora per guardare con ottimismo al futuro".

Ad altezza reception Federico Facchini, responsabile commerciale dell’albergo, analizza: "Il calo è evidente e per il mese di dicembre si assesta attorno al 50% rispetto ai dati della scorsa annata – conclude –. Assente la clientela straniera e persi i turisti in città per trascorrere le feste coi parenti. Cambio di rotta possibile, compatibilmente al rientro dell’emergenza sanitaria, soltanto a giugno 2021".