Bagno di folla per Signori "Perde solo chi si arrende"

L’ex capitano del Bologna in piazza Gramsci per presentare il suo libro "Non voglio passare per un santo né per un perseguitato, ma ho sofferto molto"

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Un autentico bagno di folla nel centro storico di Imola per la presentazione del libro ‘Fuorigioco – Perde solo chi si arrende’ di Beppe Signori. Tanti appassionati di calcio e curiosi si sono dati appuntamento nel pomeriggio di ieri in piazza Gramsci, all’altezza del locale Parsòt che ha festeggiato il traguardo del primo anno di attività, per ascoltare le parole dell’ex capitano di Lazio e Bologna. L’abbraccio di Imola ad uno degli attaccanti più prolifici della storia della serie A, nono in graduatoria con ben 188 reti e per tre volte capocannoniere della massima divisione, finito all’attenzione delle cronache nel 2011 con l’arresto nell’ambito di un’inchiesta legata al calcioscommesse. Dieci anni di patimenti, con le indagini di quattro tribunali e la radiazione a vita dalla Figc, terminati con l’assoluzione completa da tutti i capi di accusa per i reati non caduti in prescrizione. Senza fare ricorso ai patteggiamenti. Poi, il provvedimento di grazia per la riabilitazione alle latitudini del pianeta calcio. "Un libro scritto per ridare senso e dignità ad una vita intera – ha raccontato Signori al giornalista Mattia Grandi che ha moderato l’incontro –. L’ho sempre detto, non voglio passare per un santo né per un perseguitato ma ho sofferto molto in questi anni. Un dolore così non l’avevo mai provato prima". Già, perché per il campione che è rimasto a vivere nel capoluogo felsineo passare dalle prime pagine dei giornali sportivi a quelle di cronaca giudiziaria è stato un attimo. "Ero già stato condannato prima di andare a processo – ha continuato l’ex bomber –. Vicende nelle quali cattiva sorte, superficialità e gogna mediatica si sono mescolate. Non uscivo più di casa, provavo vergogna anche se non avevo fatto niente".

La famiglia, qualche amico vero, i ricordi, l’affetto della gente e la fede. "La canottiera benedetta da Padre Pio che mi ha regalato mia madre l’ho indossata sotto la maglia in ogni singola partita della mia carriera – ha sottolineato –. Mi ha sempre infuso un senso di fiducia in qualcosa di più grande".

Poi i tanti aneddoti sportivi che hanno coinvolto anche il pubblico. "Prima di incontrare Zeman giocavo a pallone. Con lui ho imparato a giocare a calcio – ha aperto i cassetti della memoria Signori –. Il Foggia dei miracoli. Gli anni d’oro alla Lazio col corteo dei tifosi per bloccare la mia cessione al Parma. La rinascita a Bologna con Gazzoni e Mazzone. Un rimpianto? Non aver giocato la finale dei mondiali nel ‘94".

La storia di Signori sarà presto un docu-film dedicato alla memoria di Stefano Biondi.