Castel del Rio, frase anti Salvini nel compito. La prof: "Niente politica a scuola"

La difesa dell'insegnante Augusta Festi che ammette: "Forse sono stata un po’ ingenua"

L’episodio si sarebbe verificato il primo giorno di scuola

L’episodio si sarebbe verificato il primo giorno di scuola

Imola, 27 settembre 2018 – Augusta Festi, docente di Lettere alla scuola media di Castel del Rio, è da ieri l’insegnante più invisa ai leghisti di tutta Italia. A inizio giornata, dal Carroccio la accusano addirittura – con un evidente eccesso di zelo – di aver assegnato agli alunni alidosiani un tema su «Come fare a cacciare Salvini». In realtà, come lei stessa precisa a metà mattinata – ammettendo comunque le responsabilità per omesso controllo –, sono stati gli stessi studenti a interrogarsi, con toni poco rispettosi per le istituzioni, su una questione evidentemente da loro molto sentita. E poi a metterla nero su bianco – sempre secondo la versione della diretta interessata – a sua insaputa. «Era un racconto di fantascienza nel libro di antologia», racconta piuttosto sorpresa la prof al telefono, quando la tempesta che di lì a poche ore investirà la scuola di Castel del Rio sembra ancora lontana.

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«Veniva chiesto ai ragazzi di sottoporre alcune domande, contenenti problemi da risolvere, a questa macchina in grado di trovare risposte per ogni cosa». E a quel punto uno degli studenti, tra guerre, malattie e riscaldamento globale, ha tirato fuori Salvini.

«Ma io non ho dato nessunissima importanza alla cosa, credevo finisse lì. Ho cercato di sviare il discorso, censurandolo e non amplificandolo in nessun modo. Di solito è una strategia efficace». E invece qualcuno (non è ancora chiaro se solo uno più studenti) quell’interrogativo su «come cacciare» il ministro dell’Interno, l’ha captato nell’aria e impresso sul foglio bianco. Così, visto che ‘Verba volant, scripta manent’ (e non da ieri), il quaderno incriminato ha fatto storcere il naso a un genitore. Ed è finito nelle mani degli esponenti locali della Lega, che lo hanno diffuso via social.

«Non posso certo intervenire sulla mente dei ragazzi – si giustifica la prof –. Non ho controllato i quaderni, se controllate non trovate miei correzioni sui compiti. E’ una cosa che è stata fatta in autonomia, della quale non sapevo nulla. Se ricordo bene, risale tutto al primo giorno di scuola. Evidentemente qualcuno degli alunni è rimasto colpito dall’aggressività delle polemiche che si scatenano attorno a Salvini, percependolo come un problema. Ma è un’opinione personale».

Poi, la parziale ammissione di responsabilità: «Forse sono stata un po’ ingenua, avrei dovuto controllare che non venisse scritto nulla di quel tipo sul quaderno. Non ho dato peso alla cosa che era stata detta, e magari lì ho sbagliato. Penso che d’ora in avanti cambierò atteggiamento». Questo perché, più in generale, «credo che la scuola debba mantenere la propria neutralità rispetto alla politica».