Targa a Ratzenberger: "La sua memoria sia viva"

Alla curva Tosa presenti i genitori del pilota morto nelle prove del Gp del 1994. Il sindaco: "Ricordiamo la sua passione, il suo coraggio e il suo entusiasmo".

Targa a Ratzenberger: "La sua memoria sia viva"

Targa a Ratzenberger: "La sua memoria sia viva"

Imola non lo ha mai considerato un morto di serie B. E lo ha dimostrato anche ieri sera. In quella che dal 2004 è la ‘sua’ tribuna della Tosa, non lontano dal punto del tragico schianto di sabato 30 aprile 1994, è stato commemorato Roland Ratzenberger. Inaugurata una targa sotto la foto del pilota austriaco, scomparso a seguito di un incidente nelle qualifiche del Gran premio di Formula 1 di San Marino, alla vigilia della gara nella quale perse la vita Ayrton Senna. Ci sono le parole riportate sulla tomba di Ratzenberger a Salisburgo: "Er lebt für seinen traum" ("Ha vissuto per il suo sogno"). Presenti all’iniziativa, organizzata dalla Onlus imolese ‘La sfida del cuore’ con il patrocinio del Comune, i genitori di Roland, Rudolf e Margit; l’ex pilota di F1, Pierluigi Martini, che in quel maledetto weekend era in pista con la scuderia Minardi; la giovane promessa dell’automobilismo, Andrea Kimi Antonelli, impegnato in questi giorni sul circuito cittadino per alcuni test con la Mercedes.

"Non vogliamo che si celebri la morte di Roland – ha sottolineato il sindaco Marco Panieri –. Bensì la sua passione, il suo coraggio e il suo entusiasmo". D’accordo il presidente di Formula Imola, Gian Carlo Minardi, che all’epoca guidava il suo team nel Circus iridato. "Fu uno dei weekend più brutti della nostra carriera – ha sottolineato rivolgendosi a Martini –. È stato difficilissimo portare a termine quella giornata. Dopo 30 anni, però, il ricordo deve essere gioioso. E bisogna rendere la memoria di Roland sempre più viva".

Prima della benedizione di don Pierpaolo Pasini, storico sacerdote del circuito, la parola a Deanna Zaccherini, presidente della Sfida del cuore. "Il ricordo per chi ha vissuto quel giorno resterà sempre indelebile – ha concluso –. Ma da Roland abbiamo avuto tutti un insegnamento: vivere credendo e lottando per i propri sogni imprime uno straordinario senso alla vita stessa".

Enrico Agnessi