
Investiti 8 milioni di euro nell’impianto di Imola. "Riduciamo l’impatto degli scarti e creiamo mercato"
di Enrico AgnessiIMOLA (Bologna)Entrano scarti a fine vita ed esce fibra di carbonio rigenerata, leggera e resistente. Un materiale, identico a quello vergine, pronto per essere riutilizzato in un ciclo potenzialmente infinito in vari settori strategici del made in Italy: dall’automotive all’aerospaziale, dalla nautica all’arredo, fino al tessile e alla moda. Il Gruppo Hera ha inaugurato ieri a Imola l’innovativo impianto FIB3R, primo nel suo genere in Europa su scala industriale, per riciclare i compositi in fibra di carbonio riducendo l’impatto ambientale. Il nome deriva dalle tre R che sono alla base del progetto: recover, reduce, reuse, ovvero recuperare la fibra di carbonio e riutilizzarla, riducendo l’utilizzo di fibra vergine e quindi l’impatto ambientale che sarebbe necessario per produrla.
La fibra rigenerata da FIB3R mantiene inalterate le caratteristiche di leggerezza ed elevata resistenza della fibra vergine, garantendo di ottenere – attraverso un procedimento di pirogassificazione in un tunnel lungo 60 metri – un prodotto in uscita rigenerato, pronto per essere riutilizzato in impieghi altamente performanti a cui questo tipo di materiale è destinato. L’Unione europea ha riconosciuto a FIB3R un contributo di oltre 2,2 milioni di euro nell’ambito del NextGenerationEu per la tecnologia innovativa e la rilevanza strategica dei materiali trattati. L’investimento complessivo previsto dal Gruppo Hera per realizzare l’impianto di Imola ammonta a otto milioni di euro. Si prevede una produzione di 160 tonnellate di fibra di carbonio riciclata ogni anno, con un risparmio energetico del 75% rispetto alla fibra vergine.
L’impianto è stato messo a punto da Herambiente, primo operatore nazionale nel recupero e trattamento dei rifiuti, che da tempo aveva iniziato a sperimentare il processo di recupero delle fibre di carbonio in collaborazione con l’Università di Bologna e con il partner tecnologico Curti Costruzioni Meccaniche di Castel Bolognese (Ravenna). "Siamo all’interno di un percorso di economia circolare che da parte nostra viene incentivato", sottolinea l’assessora regionale all’Ambiente, Irene Priolo. Proprio nell’economia circolare è "il cuore e il Dna del progetto" anche secondo Andrea Ramonda, amministratore delegato di Herambiente. "Il recupero della fibra di carbonio non solo consente di ridurre l’impatto ambientale degli scarti – sottolinea infine Orazio Iacono, ad del gruppo Hera – ma crea anche nuove opportunità di mercato".
Il ciclo chiuso che costituisce la cifra dell’innovativo impianto di Imola ha infatti bisogno di rapporti di collaborazione con le aziende della filiera del carbonio. Leonardo, gruppo industriale internazionale in ambito Aerospazio, Difesa e Sicurezza, ha già deciso di applicare l’economia circolare ai propri processi produttivi. E ormai da tempo ha avviato una sinergia industriale con Hera.