Incidenti sul lavoro a Imola, i feriti aumentano solo nell’edilizia

Ecco i dati dell'Ausl per Imola e circondario

 Il tavolo dei relatori con Paolo Galli e l’assessore Ina Dhimgjini (a destra)

Il tavolo dei relatori con Paolo Galli e l’assessore Ina Dhimgjini (a destra)

Imola, 25 ottobre 2018 - Sono 1.693 gli infortuni sul lavoro registrati nel 2017 nel circondario imolese: un numero in assoluto più basso rispetto all’anno precedente, quando erano stati in tutto 1.771 (siamo dunque a -78), ma del quale al momento non si conosce ancora il peso specifico. In pratica, a fronte di un trend comunque in calo ormai da qualche tempo, per capire se nel 2017 gli incidenti siano effettivamente diminuiti rispetto all’anno prima bisogna rapportarli con il dato della popolazione lavorativa. Un dato che per il momento, come ricorda Paolo Galli, direttore dell’Unita operativa Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, ancora non c’è.

Premesso che come al solito parliamo solo di quelle persone che arrivano al Pronto soccorso di Imola, e della prima prognosi rilasciata loro dai medici, meglio dunque ragionare sugli elementi certi in modo da avere, per dirla sempre con Galli, «il polso di quanto succede e costruire un trend negli anni».

I 1.693 incidenti (nessuno mortale) registrati nel 2017 all’interno dei confini imolesi hanno riguardato 1.064 uomini e 629 donne. In 1.411 casi, la stragrande maggioranza, parliamo di ditte con sede legale nel circondario: 790 attive nel settore del terziario, 482 nell’industria e 139 in agricoltura. Per quanto riguarda quelle realtà con sede legale al di fuori di del territorio dell’Ausl di Imola, 140 hanno filiali sul territorio (120 operano nel terziario, 19 nel settore dell’industria e una in agricoltura); il resto operano qui attraverso appalti.

Detto che gli infortuni capitati a lavoratori stranieri sono stati 351, la distribuzione per settori e rispecchia in buona sostanza quella degli scorsi anni. E cioè: il 60% degli incidenti riguarda il terziario, il 15% il comparto metalmeccanico, l’8% quello agricolo, il 7% (ciascuno) per quello edile e le restanti aree industriali, il 2% quello ceramico e l’1% il settore del legno.

Quanto all’andamento degli infortuni, l’unico settore che nel 2017 ha fatto registrare un aumento rispetto all’anno precedente (sempre in termini assoluti e non di incidenza) è quello dell’edilizia, che in dodici mesi passa da 113 a 126 (+10%), con un trend in aumento per le aziende imolesi e non. Segnali incoraggianti arrivano invece dagli altri comparti: nel terziario si scende da 1.037 a 1.012 infortuni, in agricoltura da 188 a 141 (ed è il secondo calo consecutivo di un certo peso), nel metalmeccanico da 262 a 245, nel legno da 20 a 19, nella ceramica da 41 a 40. Stabili, a quota 110 (ma erano scesi del 25% nel 2016 rispetto al 2015), gli incidenti negli altri settori industriali considerati nel loro complesso.