L’abbraccio del suo team: "Grazie, campione"

Minuto di silenzio a Imola, poi il feretro di Gresini accolto a Faenza dai collaboratori tra decine di moto che hanno fatto la storia del gruppo

L’abbraccio del suo team: "Grazie, campione"

L’abbraccio del suo team: "Grazie, campione"

Dall’autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola a Faenza. Dal silenzio, alla festa. Può succedere solo in Romagna, terra de mutor. Lo aveva anticipato Lorenzo Gresini sui social: "Ricordatevi di sorridere davanti allo schermo perché lui non avrebbe voluto lacrime. Anzi, stappate una bottiglia di spumante e brindate in suo onore". Così il feretro di Fausto Gresini, dopo il minuto di silenzio a Imola, parte per Faenza diretto all’impianto crematorio della città manfreda, e fa tappa per un attimo a ’casa’. Il quartier generale della sua Gresini Racing nel cuore della zona industriale faentina. Ad attenderlo, schierati ed ordinatamente distanziati, ci sono tutti i colleghi di lavoro. L’ossatura portante di quella straordinaria realtà aziendale creata dal nulla nel 1997 dall’intuito del manager imolese. Lo aveva raccontato proprio il team principal in una recente intervista; quel suo sogno e quell’idea avevano trainato un’impresa coi fiocchi capace ora di fatturare 20 milioni di euro e dare lavoro a 70 dipendenti ed 11 piloti. Titoli mondiali in bacheca, l’impegno in tutte le classi del motomondiale ed una serie di progetti nel cassetto per continuare a confermarsi, da indipendenti, ai vertici della specialità. Ecco, senza ombra di dubbio, questo è il vero capolavoro di Fausto Gresini. Un uomo vincente nelle sue due vite: in pista e al muretto box.

Nel piazzale ci sono le decine di motociclette che hanno fatto la storia del team, le più piccole mini moto e perfino le motrici dei mezzi pesanti in dotazione alla scuderia romagnola. Centinaia di palloncini pronti a raggiungere Fausto in cielo. Sul tavolo apparecchiato i bicchieri per l’ultimo brindisi. Quello da fare insieme, nel rispetto dei protocolli, come ai tempi dei tanti trionfi. Ecco, Gresini avrebbe voluto sicuramente così. I sorrisi che fanno da contrasto agli occhi gonfi ed i cuori che battono forte dall’emozione. Le bottiglie stappate, il rombo dei motori ed i clacson dei camion per accompagnarlo durante l’ultimo viaggio. Le leggende narrano che a quelle latitudini i pistoni hanno un’anima. Nessuno provi a chiamarlo addio, è semplicemente un arrivederci. Ciao Fausto.

Mattia Grandi